La carovana antimafie arriva in Lombardia
Amiamo viaggiare, vedere, scoprire, per questo abbiamo iniziato un viaggio appassionante e pericoloso, difficile ma entusiasmante. Con questo slogan partiva nel 1994 la prima Carovana Antimafia promossa dall’ARCI Sicilia, due anni dopo le stragi Borsellino e Falcone, che avevano scosso le coscienze e creato un forte fronte antimafia.
Il viaggio di Carovana Antimafie continua oggi, in un percorso di oltre due mesi, in 100 tappe, che toccano tutte le Regioni d’Italia, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della lotta alle mafie e contro ogni forma di prevaricazione.
Carovana Antimafie Lombardia parte da Milano il 26 novembre proprio di fronte all’Ortomercato, e percorre tutta la Regione, in un itinerario che tocca Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Sesto San Giovanni, Varese e si conclude a Milano con un evento pubblico il 4 dicembre.
Carovana quest’anno ha la voce anche di due testimonial che ne condividono l’impegno per una Lombardia libera dalle mafie: lo scrittore Gianni Biondillo, che colora di leggenda il grigio delle periferie milanesi e Gaetano Liguori, musicista jazz da sempre appassionato di politica, che ha composto un pezzo dedicato a Carovana.
Carovana Antimafie é un’iniziativa di Arci, Libera e Avviso Pubblico – Enti Locali e regionali per la formazione civile contro le mafie- e ha il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Milano.
Carovana Lombardia é realizzata con la collaborazione e partecipazione di CGIL Lombardia, Fillea CGIL Lombardia, Associazione Saveria Antiochia Omicron Onlus, Il Ponte della Lombardia, CISL Lombardia, Filca Lombardia.
Carovana vi aspetta il 25 novembre per presentare il suo viaggio in Lombardia, con i suoi testimonial e i protagonisti di molti viaggi contro le mafie.
CONFERENZA STAMPA
Martedì 25 novembre, ore 11.00
Circolo della Stampa- Palazzo Serbelloni,
Corso Venezia 16, Milano
Partecipano:
Nando dalla Chiesa- Presidente Onorario Libera,
Gaetano Liguori -musicista e testimonial,
Gianni Biondillo- scrittore e testimonial,
Lorenzo Frigerio -referente Libera Lombardia,
Luigi Lusenti -Presidenza Arci Lombardia
Presenta: Giovanni Negri, Presidente Associazione Lombarda Giornalisti
Informazioni :
www.carovanaantimafia.it
www.arci.milano.it
Arci Milano tel:02541781
Uffcio Stampa:
Paola Barsottelli
pbarso@gmail.com
pbarso@fastwebnet.it
Una magnifica iniziativa.
Spero che il successo sarà immenso!
Ricordo su questo argomento “A cento passi dal municipio” di Gianni Barbacetto, per chi pensa che in Lombardia la mafia non esista:
https://www.nazioneindiana.com/2008/10/24/a-cento-passi-dal-municipio/
Anche noi della periferia sud-ovest (Baggio-Giambellino-Barona) metteremo in campo il nostro contributo:
Descargalab & Fomanblus presentano al Barrios di Milano (www.barrios.it) una serata di pilloletture di Roberto Saviano & sonorità partenopee “jazzisticamente modificate” (rivisitazioni cool da Pino Daniele alla tradizione napoletana).
Venerdì 28 novembre 2008
Ore 22.30 – Ingresso Gratuito
Info & dettagli:
http://www.virgolaz.it/?q=node/1081
DescargaLab Crew
N.B.
Giusto per rimanere in tema in contemporanea stereo al Cine Teatro EDI Tributo a Fela Kuti della Mamud Band di Lorenzo Gasperoni.
Ecco, il Biondillo che parla di citta’ mettendoci il suo punto di vista professionale, come fa da qualche tempo su NI, e’ molto interessante. Spot on.
si la mafia esiste anche e sopratutto in lombardia. però il cortocircuito si crea tra la mafia e la mafia dell’antimafia.
si certo magda e’ tutto un magnamagna come no
— niente da vedere qui — circolare —
scusa, non ho capito
io mi riferivo a chi gestisce a Bergamo la carovana.
ah, già che ci sono sottolineo la presenza di una colonia di provenienza indiana sul quotidiano sovversivo “l’eco di bergamo”.
i casi sono due, o il giornale clericale si è aperto o gli indiani si sono chiusi.
@magda: è proprio infelice la tua frase “il cortocircuito si crea tra la mafia e la mafia dell’antimafia.”. Una equivalenza tra criminalità e legalità che trovo deplorevole e strumentale.
Solitamente parlo per intuito , ma più spesso per esperienza diretta.
Tralasciando l’anedottica, noiosa e non interessante, vorrei semplicemente soffermarmi su alcune stonature evidenti riguardanti innanzitutto i metodi con cui si dichiara di essere contro la mafia.
Da quando in qua l’impegno contro la mafia è qualcosa di urlato? ma voi siete veramente convinti che la corruzione si combatta con proclami, espedienti folcloristici, libri che vendono milioni di copie e discorsi dai pulpiti di politici palesemente teatrali? Tutto questo a me sembra solo un metodo suggestivo e mediatico che può solo essere utile alla propaganda politica e all’industria editoriale ad essa connessa, ma non certo all’inibizione della mentalità mafiosa. Questa non è mafia nel termine classico, ma una sua evoluzione, anche se più spesso viene affrontata e abbracciata in buona fede.
Credo che la guerra alla mafia, che non è una struttura metafisica, una astrazione, ma una mentalità di cui sono responsabili persone concrete, si conduca nei territori, nella formazione in famiglia, a scuola, nei tribunali, nelle associazioni, e sopratutto nella dimostrazione che l’efficienza della legalità e della correttezza paga molto di più, come dovrebbero insegnarci principalmente dal parlamento conducendo buone politiche di governo, radicali e mutanti i paradigmi.( non servono i tagli a caso)
Io ho notato spesso che lobbies politiche di sinistra o di destra si organizzano in modi analoghi, muovendo risorse umane ed economiche, ma mantenendo sostanzialmente inalterata la situazione.
A me non piace la spettacolarizzazione e la teatralizzazione di frasi che non significano nulla come “antimafia”. Perchè fintanto ci si limita a produrre fumo, i delinquenti reali, quelli che cucinano arrosti, possono stare tranquilli.
Forse così mi capisci di più, ma dopo anni dovresti conoscermi e sapere quando sbagli.
@magda: capisco il tuo punto di vista e ti ringrazio per averlo spiegato, ma resto dell’idea che fare comunicazione a proposito della mafia sia assai utile e si affianchi a tutti gli altri lavori a difesa del diritto e della civiltà. Il “chiasso della piazza”, la visibilità è esattamente ciò che infastidisce i criminali che cercano quiete, silenzio e rispettabilità.
Un caro saluto dalla città del Circolo dell’Utri.
L’iconografia e l’immaginario spingono a pensare alla sinistra come la depositaria di eticità, rettitudine ed onestà. Poi, frequentando le persone reali, i sinistri, si ha modo si verificare che le dinamiche di costruzione di consenso sono identiche alle altre: clientelismo, corporativismo, mercato umano. Quindi, un cittadino che volesse realmente impegnarsi con testimonianaza diretta e con esercizio quotidiano di normale democrazia e partecipazione, si trova nell’impossibilità di attivarsi efficacemente. Succede poi che vince Silvio, oppure Veltroni o Prodi, che sono lo stesso.Io vorrei solo sapere cosa deve fare una persona normale, italiana, per godere di normale diritto alla cittadinanza e all’esercizio individuale dei principali diritti civili che sembrano diventati un privilegio venduto dalle dirigenze partitiche in cambio di onestà e dignità.
SE proprio dobbiamo ricordare un Marcello, pensiamo a Mastroianni, o all’indigeno Saponaro, almeno questo è verde( dice)