di Francesco Longo
Tutte le volte che si dibatte di città e letteratura i discorsi convergono inesorabilmente verso un libro: Le città invisibili di Italo Calvino. Non c’è saggio sugli spazi metropolitani - romanzeschi - in cui questo non sia citato. La semiotica ha appurato che le città stesse sono testi da leggere, e tutti gli studi critici su luoghi e letteratura mantengono lo sguardo fisso su Calvino.
È appena uscito...