di Giovanni Catelli
Tu credi ancora, lo so, di poter un giorno ritornare, a quella stanza della F.Strasse, a quei mattini, a quella musica, quasi che le cose, la luce, la stagione, ti potessero aspettare, immutabili, sospese, nella perfezione innaturale del ricordo, nella pace del tempo che non fugge, come in quei giorni a primavera, in lieve anticipo su tutto, in quell’attesa leggera di partenze, d’ogni cosa misteriosa del futuro.
Non...