di Giorgio Mascitelli Non vorrei essere nei panni del recensore del Dossier Benjamin di Fredric Jameson ( trad.it di Flavia Gasperetti, a cura di Massimo Palma, Treccani, Roma, 2022, euro 26) perché sono tali e tanti gli stimoli che questo libro contiene che renderne conto, anche solo per sommi capi, nel breve spazio di una recensione è fatica improba.
di Simona Carretta
Claude Debussy, Romance -> play
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Da Walter Benjamin, Strada a senso unico (1928), a cura di Giulio Schiavoni, Einaudi, Torino 2006, p. 38.
Ventaglio. Tutti avranno fatto la seguente esperienza: se si ama qualcuno, o addirittura solo se lo si pensa intensamente, non c'è quasi libro in cui non si ritrovi il suo ritratto. Anzi, vi compare come protagonista e antagonista. In racconti, romanzi, novelle rispunta in sempre nuove metamorfosi....
di Daniele Ruini
1. Prima di noi, il maestoso romanzo di Giorgio Fontana uscito per Sellerio a gennaio 2020, rappresenta il tentativo riuscito di dare concretezza narrativa ad un’idea di Walter Benjamin: come ha più volte ricordato lo stesso autore –per esempio in questa bella intervista– l’ispirazione gli è infatti giunta dalla seconda delle Tesi di filosofia della storia, dove il filosofo tedesco scrive: «C’è un’intesa segreta fra le generazioni passate...
Soviet Mode
di Ornella Tajani
Michelle Gurevich, Russian Romance --> play
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da Walter Benjamin, Immagini di città, a cura di Enrico Ganni, Torino, Einaudi, 2007.
"Mosca", pp.34-35.
Che niente riesca proprio come era stato progettato e come ci si aspettava, quest'ovvio portato della realtà, si impone qui in ogni singolo caso così ineluttabilmente e così prepotentemente da rendere comprensibile l'atteggiamento fatalista dei russi. E quando a poco a poco si fa strada nella vita...
( E' uscito nelle scorse settimane presso Einaudi Costellazioni . Le parole di Walter Benjamin si tratta di un'opera curata da Andrea Pinotti che presenta 45 voci per descrivere i termini chiave dell'opera di Benjamin. Questo lavoro è particolarmente significativo perché, come ricorda Pinotti nella presentazione del volume, la natura ibrida e trasversale a diversi campi del pensiero di Benjamin ha attirato lettori della sua opera provenienti da diversi ambiti...
Black Mirror, o della memoria
di
Paolo Valoppi
Ho cominciato a vedere Black Mirror con due anni di ritardo. In Inghilterra era stato trasmesso per la prima volta il 4 dicembre 2011, in Italia il 10 ottobre 2012. Io l’ho scoperto nel 2013, lo stesso anno in cui Robert Downey Jr opzionava uno degli episodi della serie – The entire history of you – per produrne un thriller di fantascienza.
Ogni puntata di...
di Arturo Mazzarella
Da tempo ogni raccolta poetica di Franco Buffoni costituisce una notevole sorpresa. Invece di confermare le aspettative dei suoi lettori abituali Buffoni preferisce incamminarsi, di volta in volta, lungo nuovi sentieri: ricorrendo a soluzioni formali e tematiche sempre diverse, sollevando interrogativi puntualmente più inquietanti. È accaduto così per Guerra (2005), Noi e loro (2008) e Roma (2009). Il medesimo procedimento si può riscontrare in...
Dal mese scorso è disponibile il nuovo fascicolo dell'Ospite ingrato, la rivista del Centro studi Franco Fortini. Il numero, come al solito monografico, è dedicato a Walter Benjamin, ed è stato ideato e progettato da Michele Ranchetti.
Come vedrete dal sommario: il volume, curato da Gianfranco Bonola, accoglie inediti di Benjamin e di Rosenzweig, insieme a importanti commenti e saggi. È il frutto di un lavoro lungo ed intenso, che...
di Danilo De Marco
(il testo e le fotografie che seguono sono tratte dal volume Noi che siamo così poveri nel dire, Forum Editrice, che sarà presentato il 25 ottobre a Udine: per i dettagli si veda sotto)
La prima volta che chiamai al telefono Gisèle Freund, mi rispose una voce di donna dalla tonalità bassa e rauca: «Mi dispiace, ma Madame Freund non è in casa, è in viaggio e non...
di
Francesco Forlani
qui la prima parte
Emportés par la foule qui nous traîne
Nous entraîne
Écrasés l´un contre l´autre
Nous ne formons qu´un seul corps
Trascinati dalla folla che ci tiene,
ci trattiene
schiacciati uno contro l'altro,
non formiamo che un solo corpo
Edith Piaf, La foule
A proposito di folla e follia, è ancora Edgar Allan Poe che ci offre una traccia : « Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno...
di
Francesco Forlani
"Quand on est plus de trois on est une bande de cons!"
(quando si è più di tre sì è una banda di stronzi)
Georges Brassens
Vorrei partire da una fotografia, anzi da due. Quando ho letto che Charles Baudelaire si era fatto fotografare da Nadar in una posa ispirata a Edgar Allan Poe, la prima cosa che ho fatto è stata quella di andare a vedere le due fotografie. Commuove...
Il presente articolo è apparso sul «manifesto» del 24.06.2011 con il titolo Geografie mentali di Ingo Schulze.
di Domenico Pinto
«Come si è perduto ogni fascino della finzione!, pensai allora pieno di malinconia. E come si è perduto ogni piacere nel gioco del senso… o così sembra». L’adito ai ‘bozzetti italiani’ di Arance e angeli, nuova prova letteraria di Ingo Schulze nella nitida traduzione di Stefano Zangrando, è questa epigrafe tolta...
di Walter Benjamin, da Critiche e Recensioni
Si racconta che una volta Oscar Wilde si trovava in un gruppo di persone, e il discorso era caduto sulla noia. Ciascuno aveva detto la sua; Wilde tacque fino all’ultimo. Lo guardarono con impazienza. Allora disse: «Quando mi annoio, prendo un buon romanzo, mi siedo davanti al fuoco del camino e lo guardo».
Continua a leggere su l'Eugenio.
Walter Benjamin
La forza di una strada è diversa a seconda che uno la percorra a piedi o la sorvoli in aeroplano. Così anche la forza di un testo è diversa a seconda che uno lo legga o lo trascriva. Chi vola vede soltanto come la strada si snoda nel paesaggio, ai suoi occhi essa procede secondo le medesime leggi del terreno circostante. Solo chi percorre la strada ne avverte...
di Walter Benjamin
1. Il critico è uno stratega nella lotta letteraria.
2. Chi non può prendere partito, deve tacere.
3. Il critico non ha niente a che fare con lo storico dei periodi artistici passati.
4. La critica deve parlare nella lingua degli artisti. Infatti i concetti del “gruppo di avanguardia" sono parole d'ordine. Solo nelle parole d'ordine risuona il grido di battaglia.
5. Si deve sempre sacrificare l'«oggettività» allo spirito di partito,...
di Carlo Tirinanzi
Nell’introduzione a New Italian Epic (Enaudi 2009) Wu Ming 1 nota che il «memorandum» sul NIE è stato scaricato oltre trentamila volte in pochi mesi. Un dato impressionante, come l’autore nota giustamente. E c’è da rallegrarsene: si scrive per essere letti e trentamila download vogliono dire che almeno ventimila persone (togliendo quel terzo di curiosi che scaricano e poi si dimenticano) hanno letto il memorandum. L’uso della...
Corrispondenza da Marsiglia sull’incontro internazionale
“Nouveaux territoires de l’art” 14-15 et 16 fèvrier 2002
di
Francesco Forlani
Ci sono cose che si fanno per convinzione, talvolta per un’idea precisa, un segno, forse per curiosità, e il desiderio diventa l’unico mezzo per andare fino in fondo, seguire una traccia, un’altra, fino a ricomporre un senso, un senso profondo, alla propria ricerca.
Il registro, la trama da seguire non può allora assecondarsi ad...
di Lorenzo Esposito
visione, una distanza ci divide
E. Montale
A proposito di ciò che il cinema fa e ha fatto al mondo, ci sarebbe da chiedersi meglio quando si è dis-fatto del mondo, giungendo infine a segnalare il distacco dell’occhio dalla terra e dai suoi abitanti. A Werner Herzog bastano quattro minuti da Puccini intitolati La Bohème per porre la questione. L’Africa, terra eternamente separata, è ancora il palcoscenico adatto a...
di Marco Rovelli
Ho cercato di ordinare qualche idea sulla natura della scrittura "ibrida" che dà forma al mio Servi come a molti altri libri apparsi negli ultimi anni. "Reportage narrativo" è un sintagma ormai assodato, e in effetti ha senso. A me piace però di più l'espressione "narrazione sociale", dove la narrazione non è attributo ma sostanza, e trovo che sia più atta a dire la specificità di queste...
Me ne stavo di sera su una panchina, in preda a forti dolori. Su un'altra di fronte a me presero posto due ragazze. Sembravano volersi dire qualcosa in confidenza, e si misero a bisbigliare. All'infuori di me non c'era nessuno nei paraggi, e io non avrei capito il loro italiano per quanto forte avessero parlato. Ebbene, di fronte a quel bisbigliare senza motivo in una lingua a me incomprensibile...
I. Chi intende procedere alla stesura di un'opera di vasto respiro si dia buon tempo e, al termine della fatica giornaliera, si conceda tutto ciò che non ne pregiudica la continuazione.
II. Parla di quanto hai già scritto, se vuoi, ma non farne lettura finché il lavoro è in corso. Ogni soddisfazione che in tal modo ti procurerai rallenterà il tuo ritmo. Seguendo questa regola, il desiderio crescente di comunicare...
di Michele Sisto
La mia generazione ha un trucco buono
Critica tutti per non criticar nessuno
E fa rivoluzioni che non fanno male
Così che poi non cambi mai
Essere innocui insomma ché se no è volgare
(Afterhours, Baby, fiducia)
«...Negli anni che stiamo attraversando, quando una greve cappa di inerzia e di rassegnazione, un clima soffocante di ottusità e di atonia, sembra quasi paralizzare noi stessi e la maggior parte dei nostri conoscenti: al punto...
di Andrea Cortellessa
«Il genere umano non può sopportare troppa realtà». Non lo ha detto qualche oscuro sofista della derealizzazione postmoderna. Lo ha detto, e più d’una volta, un grande della modernità più «eroica», quella più esposta al vento della storia, Thomas Eliot (si veda Burnt Norton, primo dei Quattro quartetti). Ciò malgrado – e anzi proprio per questo, data la coazione al citazionismo di noi postmoderni – sembrano queste...
di Nadia Agustoni
LE TEMPS DE CERISES cantata da Edith Piaf,
parole di Jean-Baptiste Clément, musica di Antoine Renard,
canzone della Comune di Parigi
“Il piacere dello schizzo topografico al quale Stendhal si abbandonava con mano leggera nel suo Henry Brulard è un dono che non mi è stato concesso e con mio grande rammarico sono sempre stato un pessimo disegnatore.”
La lingua salvata
Elias Canetti
Facendo mie queste parole di Elias Canetti vorrei...
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a M...
Questa pendola di Sassonia, che ritarda e suona la tredicesima ora fra i suoi fiori e i suoi dei, di chi è stata? Penso sia venuta dalla Sassonia con le lente diligenze, in passato.
(Singolari ombre pendono ai vetri consunti)
E il tuo specchio di Venezia, profondo come una fredda fontana, alla riva di serpenti d'oro scrostato, chi si sarà rimirato? Ah! Sono sicuro che più di una femmina...
sul suo Anatomia della battaglia, Milano, Sironi, 2005, p. 242, 14 euro
AR Allora, Giacomo Sartori, avevo letto e apprezzato Tritolo (Il Saggiatore, 1999); adesso ho appena finito Anatomia della battaglia. La fabula del libro è semplice. Ci sono due assi : da un lato, il padre del protagonista si ammala di cancro (a causa di Chernobyl), tiene duro per alcuni anni, poi muore. Questa lunga agonia è seguita passo...
NOTE
Dopo aver letto "blu lit stage. realtà e rappresentazione mediatica della tortura" (a cura di M. Farci e S. Pezzano ), Mimesis, Milano 2009, ho chiesto ad Alberto Abruzzese di mandarmi il suo saggio per poterlo pubblicare su Nazione Indiana. Lo ringrazio per aver accettato. effeffe