di Paolo Morelli È comunque la dimensione narrativa della parola ad animare un rapporto fantastico con il mondo, a catalizzare capacità percettive e riflessive esiliate.
di Mariasole Ariot
Non beccare, dicevi diventa la tua lingua, fornifica un linguaggio, dicevi non credere a chi dice che è scomparso.
Ma cosa diventa una lingua se non ha papille?.
di Mariasole Ariot
Affacciata all'interno di un mondo in forma di cassa toracica, vago alla ricerca della lingua spezzata, un taglio netto che segna l'impossibilità dell'essere: la congiura, dunque, arriva con la caduta della voce. Non avere più memoria se non della memoria stessa...
di Lello Voce
La CanGura nasce dal suo balzo.
Partorita dal movimento, è la mossa che mette rizoma, le sue zampe sono ali al suo volo, la sua coda è ciò che la fa avanzare.
La CanGura è lo spericolato, acrobatico salto in avanti, il coraggio che mancava, la ricerca dei luoghi che hanno fame di sogni, il desiderio di sfuggire all’orbita, guizzo dopo guizzo, oltre l’ottusa gravità fatta di...
di Lello Voce
Cchiu’ luntana mi staje
Cchiu’ vicino te sento
(Libero Bovio, Passione)
a J.
La poesia è un arte che abita il tempo. E che ne è abitata. Quale che sia la sua storia, più o meno dal XV secolo in avanti, i millenni precedenti l’hanno formata come arte dell’oralità e l’oralità abita il tempo (e fa risuonare lo spazio).
La poesia è, innanzi tutto, la sua durata, il...
Maria Valente
DISCONNECT THE MACHINE O LA BUONA MORTE
DISCONNECT THE MACHINE O LA BUONA MORTE
La vita? la morte?... succede come i fiori e il loro vezzo
di decorare il tritacarne, renderlo confortevole- così
farcito di metastasi – rosa determinante o piuttosto
grigio accogliente che si spalanca e inghiotte tutto:
braccia e busto, gambe e busto, bastone e carota,
bastone e carota, bastone e carota
nessuna indicazione sul senso di marcia
se abbiamo conservato...
di Lello Voce
Piccola cucina cannibale
a J.
ho bisogno di una scorciatoia lenta e di una vita che mi menta
dove si senta il suono spento d´ogni sentimento io ho bisogno
di un sogno lasciato indietro di trovare un metro alla menzogna
di sfuggire alla gogna bisogno di silenzio di assenzio e mugugno
ho bisogno di tatto d´olfatto di dare di matto sfuggire allo scacco
bisogno di occhi e polpastrelli di lingua di narici di mitragliatrici
di...
di Massimo Rizzante
Amo le stazioni termali. Immergermi nelle loro acque calde e rigeneratrici. Nuotare lentamente in una grande piscina blu.
Al mattino, soprattutto. Prima delle nove, quando l’allegro «Avanti, muovetevi!», lanciato da un robusto insegnante in costume da bagno, dà inizio alla lezione di water-gym programmata per una clientela alla ricerca dei suoi glutei perduti. I glutei, tuttavia, non sono vecchi e cadenti ! E neppure solo femminili! Sono glutei...
di Massimo Rizzante
1
Cara Ornela,
ho letto Il paese dove non si muore mai (2004). Ho letto anche la tua seconda opera, Buvez du cacao Van Houten! (2005), che non è ancora stata pubblicata in Italia. Infine, La mano che non mordi (2007).
Nel primo romanzo, dedicato interamente al tuo paese d’origine, l’Albania, il paese in cui la parola «paura» è priva di significato – mentre la parola «umiltà» è perfino assente...