II
Oh quanto a me somigli
nella tua solida inutilità
faro dismesso dalla mutevole catena del moderno
quando radar satelliti locali
satelliti orbitali
segreti satelliti
del cupo poliremo militare
hanno ri-messo nel bric à brac
del magazzino dell'antiquario de La peau de chagrin
questo relitto d'epoca pre fordista
per le perdute navi di un perduto impero
costruito infilando cemento e pietre
fra il ruggito nero della bora
e il belante groviglio dei giorni immoti
chiatte a vapore e marinai di gomena
insieme a marinai...
La torre dei Celti
I
Coloro che hanno certi pensieri in un certo composto modo siedono
come se le ossa fossero intenzioni o segrete speranze
così osservi colui che seduto qui con la penna scrive a questo tavolo
e a lui ti rivolgi con amicizia e gli porgi attento lo sguardo
E allora lasciando cadere la penna sul foglio bianco quadrato
Ti sussurra piano perché il vento che agita gli oscuri fiori è caduto:
così come dicono...
fotografie di Danilo De Marco
In principio era la parola
I
Credo che la parola sia perduta,
tanta fatica costa pronunciarla.
Credo che noi siamo perduti
senza la sua stella.
Allora ognuno, vinto dal panico,
getterà le armi e s’arrenderà
al dolce clemente nemico.
II
Vi è nelle cose un senso più profondo
che sfugge, come nelle conchiglie il mare.
Arrendersi, ora, è morire
della morte che questo secolo ci può dare,
come il diritto al benessere, alla macchina,
agli strumenti del demonio,
i feticci alienanti...