di Andrea Inglese Perché continuare a parlare invece di tacere? Perché usare o meno la parola "genocidio"? Perché un racconto vale mille immagini e mille cifre? Continuare a pensare quello che sta accadendo, attraverso due voci della diaspora ebraica: Anna Foa e Judith Butler
di Giuseppe A. Samonà Caro Andrea, ho come altre volte letto con grande attenzione e interesse il tuo articolo, tanto più che il titolo individua una prospettiva che mi trova completamente d’accordo. E sento il bisogno di risponderti, su un punto in particolare, ma non so ancora, nel momento in cui inizio a scriverti, se pubblicherò questa lettera o se te la invierò in forma privata
di Andrea Inglese Il 9 ottobre, in un articolo apparso sul « Corriere della Sera », Paolo Giordano, noto romanziere, scriveva riguardo all’attacco di Hamas contro Israele, realizzato due giorni prima: “È uno strano paradosso della nostra epoca: per valutare meglio un evento non conviene più aspettare troppo, conviene quasi, al contrario, affrettarsi e perfino decontestualizzarlo.”
di Venceslav Soroczynski
Sul finire delle vacanze d'agosto c'è chi, come Venceslav Soroczynski, rilegge Leonardo Sciascia e il suo "L'affaire Moro". Non esattamente una recensione ma una condivisione di pensieri su un libro uscito proprio il 24 agosto del 1978.
di Antonio Sparzani
questo è solo un invito a rileggere questo, ascoltando la relativa ballata di Giovanna Marini, e quest'altro e a riflettere che quello che è successo ieri a Washington è un bel progresso: il terrorismo rivolto verso molti altri stati adesso viene rivolto verso se stessi. La "culla della democrazia" è diventata la bara della democrazia. O dovremo dire "sic transit gloria mundi"?
(riproponiamo questo pezzo su Cesare Battisti pubblicato il 10.01.2011, con il dibattito che ne è seguito nei commenti; certo andrebbero analizzati ora il retroterra e le ragioni della scomposta esultanza del mondo politico e giornalistico nei confronti dell'arresto di Battisti, a tanti anni dai fatti, così come il corrispettivo silenzio nei confronti dell'impunità della maggior parte dei responsabili, e dei mandanti, delle sanguinose violenze di matrice fascista dello stesso...
di Andrea Raos
Se il terrorista di Macerata abbia avuto dei complici, lo stabiliranno le indagini.
Gli ispiratori (i “mandanti morali”) devono essere oggetto di dibattito politico e sociale.
Ma io, quando ho letto i primi articoli dopo l’attentato, d’istinto mi sono detto “Che bravi che sono stati!”, al plurale. Mi avevano colpito l’armonia logica delle azioni del terrorista e la completezza del messaggio che queste lanciavano.
Quindi, le frasi che seguono leggono...
Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell'odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le parole che escono fuori da alcuni dibattimenti televisivi sono parole che...
Cari compagni,
la violenza imperdonabile è un sigillo di trascuratezza: consiste, cioè, nel misconoscere con ostinazione il carattere di una città. Nel pretendere, scioccamente, che si faccia parte di una comunità poiché si è italiani, indigeni, figli dei padri. Casa è, piuttosto, il luogo eletto a dimora del proprio nomadismo, del proprio rivolgimento, della propria testimonianza di passo: abitare non solo un paese, ma un’aria che si progetta come indizio...
Domenica 1 luglio 2012.
Siamo nell'ex convento dei Cappuccini di Mesagne. È il secondo e ultimo giorno della Terza festa di Nazione Indiana.
La cittadina che ci ospita porta ancora il lutto per Melissa Bassi, la studentessa uccisa il 19 maggio da una bomba fatta esplodere vicino all'ingresso della scuola a Brindisi, ferendo altre sei compagne scese dallo stesso autobus. A causa della presenza della SCO e al fatto...
di Lorenzo Declich e Anatole Pierre Fuksas
Anatole. L’ordine mondiale è scosso dal Ban di Trump, che impedisce l’ingresso negli Stati Uniti a i cittadini di Iran, Iraq, Libya, Somalia, Sudan, Syria and Yemen. Sulla prima pagina del New York Times tiene banco il conflitto istituzionale circa la nomina del nuovo Attorney General, in relazione alla legalità del Ban e dell’opportunità che i legali del Dipartimento della Giustizia lo dichiarino...
di Lorenzo Declich e Anatole Pierre Fuksas
Lorenzo. Avevamo detto che ci sarebbe sembrato il caso di approfondire la questione del complottismo ma l’allarme continuo sta determinando un prevalere della cronaca su qualunque spazio di ragionamento, quindi si tratta di reagire in modo rapidissimo ad un concatenarsi di eventi che rende impossibile seguire un filo non emergenziale. Si vorrebbe svolgere un pensiero approfondito, costruendo categorie che possano servire a demistificare l’idea che...
di Lorenzo Declich e Anatole Pierre Fuksas
(Il dialogo aiuta. Ci siamo messi a parlare, ci siamo dati una grammatica. Che poi da piccoli volevamo essere Wu-Ming pure noi. Di recente abbiamo scoperto che invece eravamo Arya Stark, ma non ci abbiamo più l'età per fondare un collettivo)
Lorenzo. Stavolta l'assassino ha detto “Allah akbar” proprio alla fine, prima di venire ucciso. Beveva, amava la salsa, non faceva il digiuno, nessuno l'ha mai...
di Salem
Questa storia risale a otto anni fa. Ho trentatré anni e non ho fatto scelte giuste allora. Quando ci penso, sento che in quel periodo ero lontano dal mio modo di essere e di pensare, dalla mia personalità, dai valori con cui sono cresciuto e da tutto quello che avevo vissuto in tutta la mia vita. Voglio raccontare come e quando sono approdato a quelle idee che, mi...
di Antonio Sparzani
Provo un senso di vero fastidio – tanto che spengo la tv dopo venti secondi del discorso con cui il piatto ma volonteroso Massimo Giannini dà inizio a Ballarò – a vedere e a sentire il modo in cui i nostri mezzi di informazione si occupano di fatti di cronaca, che, mentre da un lato vengono ingigantiti fino ad invadere tutta l’informazione, paradossalmente dall’altro hanno significati e...
di Giacomo Sartori
come sei grigia Parigi
al Bataclan hanno mitragliato
e mitragliato inermi rockettari
più ligi che dissacranti
in un silenzio di apnea
gli smartphone incalzavano
a bagno nel sangue
(le tattuate star californiane
se l’erano data a gambe)
come sei grigia Parigi
davanti allo stadio
tre pessimi allievi
sono schizzati
sui cartelli e nei capelli
di passanti digitanti
poltiglia d’un miraggio devoto
(intriso di geopolitico greggio)
compunta o venduta
la diretta blaterava
di bombole esplose
come sei grigia Parigi
nella serata sovraeccitata
hanno macellato
socievoli bevitori di birra
davanti al Carillon
sulla cresta...
di Daniele Ventre
Sul macello terroristico di Parigi e sulle connesse minacce jihadiste molte parole per forza di cose si spenderanno. A tutti i livelli di esposizione mediatica, personaggi pubblici, opinionisti e bloggers e comune sentire si muoveranno, come già per Charlie Hebdo, sui ben noti binari di circostanza: il grido di dolore, il giorno dopo e la quotidianità devastata, i proclami da sciacallo dei politicanti razzisti, i contro-proclami equanimi...
di Anatole Fuksas
Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime. Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas. Ils étaient...
di Giacomo Sartori
Solo qualche pensiero personale a caldissimo sulla “geografia”, ma forse sarebbe meglio di parlare sulla sociologia, di questi massacri, prima ancora che siano rivendicati e che se ne conoscano i dettagli (per ora se ne sa pochissimo), prima che sia digerita l’emozione, prima che parta la grande macchina delle interpretazioni. Perché questa che è stata colpita non è la Parigi della politica, del potere (e delle decisioni...
Care lettrici, cari lettori,
dopo ore d'angoscia, abbiamo avuto conferma che stanno bene Andrea Inglese, Jamila Mascat, Giacomo Sartori, Silvia Contarini, Francesco Forlani, Ornella Tajani, Giuseppe Schillaci - i membri di Nazione Indiana che vivono o gravitano su Parigi.
di Marco Alloni
Caro Salvatore Ritrovato,
una volta mi hai detto che la letteratura è morta e non resta che l’editoria. Il paradosso si risolve in modo elementare: la letteratura-prodotto ha soppiantato la letteratura-idea, e lo “spirito di scissione” di cui parlava Gramsci, che è la cifra stessa della letteratura come idea, ha dovuto lasciare il passo allo “spirito di adesione”. Questo non significa che per fare letteratura bisogna oggi abdicare...
di Andrea Inglese Proponendo un e-book che raccoglie quanto è stato scritto su questo blog e sul blog amico alfabeta2 dopo gli attentati di Parigi di gennaio, viene subito da chiedersi se tale operazione editoriale abbia minimamente senso. C’è qualcuno a più di tre mesi di distanza da quegli eventi, che ha ancora voglia di rileggere questi testi, o di leggerli, magari, la prima volta?
di Tommaso Giartosio
Una premessa sulle premesse
La premessa obbligatoria di tutti gli interventi su questo tema è sempre uguale: non si vuole in alcun modo attenuare la colpa degli autori della strage; “ovviamente” la violenza e l’omicidio sono da condannare recisamente, fermamente, assolutamente; eccetera. Allevato alla scuola dell’”ho tanti amici omosessuali”, io sospetto di queste premesse obbligate.
Se una premessa è davvero inevitabile, è pleonastica, scontata, non richiesta. In realtà è...
Alain Badiou
Il Rosso e il Tricolore
• Sfondo: la situazione mondiale.
Oggigiorno, il mondo è totalmente investito dal capitalismo globale, sottomesso ai dettami dell’oligarchia internazionale e asservito all’astrazione monetaria come unica figura riconosciuta dell’universalità. Viviamo in un periodo di transizione molto difficile, che separa la fine della seconda tappa storica dell’Idea comunista (la costruzione indifendibile, terrorista, di un “comunismo di Stato”) dalla terza tappa (il comunismo come realizzazione politica, adatta al...
di Lorenzo Declich*
Andrò a braccio, cari lettori, interpretando questo mio commentario, a suo tempo promessovi su FB, in ottica "defatigante".
Sì, perché cercare di capire le cose implica fatica, impegno, concentrazione e io, dopo giorni a cercare di capire cosa è successo a Parigi, sono un po' stanco.
Spero che la cosa mi aiuti a essere meno velenoso, a far scivolare via le cose con leggerezza, ché di leggerezza in questi...
di Giacomo Sartori
Cari amici francesi, vi scrivo perché vi conosco, perché vi amo. I vostri principi mi hanno formato, io che venivo da un paese con flebili e spesso pusillanimi valori e un ineluttabile disprezzo per l’individuo, per il comune cittadino, per l’essere umano non legato a nessuna combriccola e parrocchia (ciò che io ero e sono), per le mie capacità, per la mia laicità, e mi hanno ridato...
di Jamila Mascat
Sulla Settimana enigmistica c'era un gioco, che forse esiste ancora: "Aguzzate la vista". Si trattava di scovare i 20 particolari che distinguevano due vignette molto simili e densamente popolate, disposte una accanto all'altra.
Io, che non ho un talento per la visione e sono sempre stata miope, ci mettevo un sacco di tempo, poi spesso mi spazientivo al quinto particolare. Ma chissà perché non demordevo e ogni...
di Andrea Inglese
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Non sono mai stato un lettore assiduo di Charlie Hebdo. D’altra parte, come scriveva Beckett, poiché “sono nato tetro come si nasce sifilitici”, non sono un gran consumatore di stampa umoristica. Ho fatto i miei maggiori sforzi seguendo con una certa regolarità Cuore durante il suo periodo fasto e del Vernacoliere mi basta adocchiare i titoli al chiosco dei giornali. Di Charlie Hebdo ho però apprezzato sommamente...
di Gianni Biondillo
Ho evitato questa storia finché ho potuto. Leggevo i titoli dei giornali e saltavo d’istinto le pagine. L’ho messa fuori dal mio sguardo, dai miei pensieri, reputandola oscena. Non sapevo nulla e non volevo sapere nulla di questa infermiera. Non mi interessava entrare nella sua mente, capirne le ragioni. Non voglio neppure ricordarmi il suo nome. Non so, ad oggi, se è davvero colpevole di quello che...
di Matteo Fantuzzi
Da La stazione di Bologna, inedito.
Questi testi sono dedicati a tutti quelli
che si trovavano a Bologna il giorno della strage.
Tutti tranne alcuni.
scoppia una bomba
nel cuore di Bologna.
due agosto ottanta
Se dalla Piazza ti incammini e prendi i portici
del centro e riesci a superare in un sol colpo
quella folla, i saldi, le vetrine, i tavolini delle firme,
se riesci a non fermarti davanti a quel barbone
inginocchiato a mo' di Cristo...