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terremoto Emilia Romagna

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una poesia di Rosaria Lo Russo

per i terremotati dell'Emilia Le cose di casa sono trappole di dolore. Se ci resta impigliata una mano subito si gonfia una porzione di cuore e una finestra si spalanca su una mattina afosa che galleggia gialla di ricordi. La mano sudata sostiene una presina fatta all’unci- netto, mentre si sfilano contorcendosi come un lombrico al sole i suoi colori accozzati malamente, avanzi di filo certo, ma anche segnali di serate malinconiche in cui muo- vere due dita...

Un pezzo del nostro paese.

di Evelina Santangelo Voglio ricordarmi: delle parole di Nadia (operaia dell'Eurostets): «in una tenda puoi andare a dormire ma mica a lavorare... Ma si lavora per vivere, mica per morire...» delle parole del cugino di un operaio rimasto sotto le macerie di un capannone della Haemotronic di Medolla): «Biagio non era per niente convinto di tornare al lavoro, ma non voleva perdere il posto...» delle parole di due operai meridionali della Haemotronic di...
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