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teatro

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Variazioni sull’estinzione: Gosselin legge Bernhard

di Giovanni di Benedetto e Milène Lang
Ogni mattina, attraversando il Périphérique, il grande raccordo anulare che collega le porte di Parigi alla periferia, mi capita di immaginare la fine del mondo. Dal finestrino della RER, il paesaggio parigino, la Senna, Notre-Dame e le altre immagini-cartolina, si scolla dallo sfondo non appena il treno regionale si inabissa nel tunnel della Gare d’Austerlitz

Silvia Calderoni: un dente strappato come il ricordo

  Un dente strappato come il ricordo; tutto si tiene, tutto traballa: «nonostante che le persone e i luoghi citati non siano inventati, questo non è un romanzo autobiografico». Si apre così Denti di latte, il romanzo di Silvia Calderoni pubblicato recentemente da Fandango. È, questo di Calderoni, un libro di giuramento all'inquietudine, di vita spalancata e di schianto con l'acqua fredda di ogni infanzia. Libro dei tremolanti, delle piccole persone...

Quattro romanzi: Tanizaki, Camilleri, Slimani, Evison

di Gianni Biondillo
Che poi in realtà sono due romanzi (di Jun'ichirō Tanizaki e di Jonathan Evison), una raccolta di scritti (di Leïla Slimani) e un copione teatrale (di Andrea Camilleri). Ma basta capirsi, no? Insomma: quattro consigli di lettura, sul volgere dell'estate e l'arrivo dell'autunno.

Carmelo Bene e Luisa Viglietti: una storia estromessa

  di Alessio Paiano     Quando si tratta del fenomeno Carmelo Bene ci si trova sempre di fronte a due poli che ruotano uno sull’altro, la vita e l’opera, che si completano e si respingono allo stesso tempo; così diventa necessario, per una ricognizione completa dell’artista, integrare una dimensione con l’altra per colmare spazi vuoti o irrisolti. Non accade raramente di riscontrare tra i superstiti/seguaci del fenomeno CB (o presunti tali) delle...

Come un teatro illimitato. ØNAR e Lilith

  di Leonardo Recanatini Satriano     Se è lontano il tempo delle stimmati e dei metronomi, se ogni tempio è rovinato in mare, se nessun terreno può più permettersi il lusso di una radice, allora tramontano tutte le favole dell’interezza, e la frammentarietà si rivela lo spartito più adatto a far cantare le cose del mondo. Il frammento è fessura, politeismo latente: dove c’è frammento c’è sabotaggio di una monolatria. Il frammento è...

Io resto a casa – Aspettando

di Antonella Falco Non avremmo potuto attraversare primavera più cupa e malinconica di questa appena finita, e tuttavia il dolore, la privazione delle abitudini più consolidate e degli affetti più cari, la solitudine e l’incertezza del futuro, hanno reso, paradossalmente, ancora più perentoria la necessità di cercare nell’arte, nella musica, nella poesia una via di salvezza e un messaggio di speranza. Un anelito di vita che titanicamente si opponesse al...

I fumi della fornace (primo quaderno dei contributi)

    Occorre inventare la città come manifesto sussultorio, per rompere i programmi da troppo tempo fissati nel cemento. Occorre pensare la casa come «luogo eletto a dimora del proprio nomadismo», cantiere a cielo aperto e viva fornace, affinché tutto sia fatto per bruciare. Occorre disinquinare, anzi spurgare le immagini dall’amianto che le attanaglia (questo il mestiere del poeta-architetto nel Theatrum Mundi). Occorre infine piegare il patto dei divorzi, della separazione...

Performative arts today – parte seconda


di Giorgiomaria Cornelio

seconda parte

Un secondo momento della giornata è stato dedicato al teatro come studio della polifonia scientifica e come passe-partout a rimedio delle mortificazioni settoriali. L’incontro, tenuto dal regista e direttore del Minimo Teatro Maurizio Boldrini a partire dalla sua “Lezione su Carmelo Bene” (Nazione Indiana si era già occupata di questo volume), è stato introdotto da un intervento di Gianluca Pulsoni (ricercatore e giornalista del Manifesto) indirizzato a restituire il timbro degenere di Carmelo Bene oltre le demarcazioni geografiche.

“Pacific Palisades”. Un testo al confine

di Stiliana Milkova Pacific Palisades, il nuovo libro di Dario Voltolini, è appena uscito da Einaudi. Pacific Palisades racconta una vita attraverso la mappa di una città. Per specificare, il suo è un testo autobiografico che colloca la propria storia sulla pianta topografica di Torino (la città natia dello scrittore) per poi espandere la prospettiva dell’io narrante e dunque anche quella del lettore fino a comprendere territori lontani e definitivamente...

waybackmachine#04 Giuseppe Zucco “Il teatro è lo specchio della società, e lo specchio non ha bisogno di cornici dorate – Una lezione di Peter...

Ogni domenica, noi redattori di Nazione Indiana ripubblicheremo testi apparsi nel passato, scritti o pubblicati da indiani o ex-indiani, e che ci sembra possano dirci ancora qualcosa dell'attuale : che ancora ci parlano, ancora aprono interstizi tra le maglie del presente, ancora muovono la riflessione. 3 marzo 2008 GIUSEPPE ZUCCO"Il teatro è lo specchio della società, e lo specchio non ha bisogno di cornici dorate - Una lezione di Peter Brook...

Di cosa è fatto il niente

Lecture on Nothing di Robert Wilson al Festival dei 2Mondi di Maria Anna Mariani Lecture on Nothing: quali aspettative si schiudono per lo spettatore davanti a un titolo così, un titolo che ostenta il niente come tema di una conferenza presentata a teatro? Chi compra il biglietto e poi una sera di luglio si incammina su per le salite di Spoleto verso il teatro Caio Melisso, perché lo fa? Forse perché...

Bracciate # 5 – Manuel Maria Perrone

Il quinto racconto della rubrica  Bracciate è «Il polpo in insalata», testo vivo e fresco di Manuel Almereyda Perrone, svizzero di origine napoletana, di stanza a Marsiglia, dove ha fondato l’Agence de l’Erreur (www.lerreur.fr), con cui sviluppa i suoi progetti teatrali e cinematografici.   Il polpo in insalata     Mia nonna non la chiamo tutte le domeniche. E quando la chiamo, so che prima devo fare stretching, rilassare la respirazione, sorridere allo specchio, dopodiché prendo la cornetta, compongo, dico “ciao-nonna-sono-io-Manuel”...

Un salotto a Salò. Pasolini in Arcitaliani di Massimo Sgorbani

di Marco Simonelli A quarant’anni dal brutale omicidio di Pier Paolo Pasolini, l’humus social-mediatico italiano ha ricordato il poeta friulano glorificandone il nome e in linea di massima tacendone l’asperità e complessità dell’opera poetica e cinematografica: persino le Poste Italiane hanno emesso un francobollo che ne raffigurava l’effige, sancendone così la beatificazione nell’empireo filatelico. Chi invece ha preferito ricordare Pasolini e il suo acume critico nei confronti del perbenismo della...

Rappresentazione social di noi stessi

di Francesca Fiorletta Solo nell’ultima settimana, mi è capitato di assistere a due “rappresentazioni” della nostra vita contemporanea, decrittate attraverso la lente (di ingrandimento?) dei cosiddetti “mezzi di comunicazione di massa”. Il primo è un film, Perfetti sconosciuti, per la regia di Paolo Genovese, con un buon parterre di attrici e attori medio-giovani del momento. Il plot è davvero molto semplice: una cena e un gruppo di amici, quasi tutte coppie,...

Entomologia della sceneggiata. C’è del pianto in queste lacrime di Antonio Latella

di Ornella Tajani È una entomologia della sceneggiata quella che Antonio Latella porta in scena con lo spettacolo C’è del pianto in queste lacrime, nato nel 2012 per il Napoli Teatro Festival e riproposto al pubblico partenopeo del Teatro San Ferdinando fino al 18 di questo mese, con l’obiettivo di rilanciarlo e farlo viaggiare più di quanto abbia fatto in questi anni. I protagonisti-insetti sfilano sopra una piattaforma illuminata, sorta di...

Il Valle dopo il Valle (intervista a Valerio Aprea)

a cura di Carlo Baghetti Ritornai a vivere in Italia, dopo una parentesi durata alcuni anni in Francia, a causa di due ragioni: l’occupazione del Teatro Valle e la crisi politica di Silvio Berlusconi. A dire il vero le ragioni erano tre, ma la terza purtroppo è durata troppo poco: la generazione TQ. Ci volle poco tempo a rientrare nel giro teatrale che lasciai prima di partire. La curiosità mia e...

Nella ragnatela del Calamaro

di Areta Gambaro Bello avere la necessità di tornare in sala per vedere il secondo atto di un lungo spettacolo. Dote questa di grandi drammaturghi. Non è tanto seguire una storia, perché una storia di fatto non c'è. Almeno in questa prima parte di “Diario del Tempo: l’epopea quotidiana” di Lucia Calamaro. Il mondo letterario che si mescola perfettamente al mondo teatrale, dove la parola sulle spalle di bravissimi attori, Federica...

Appunti di scena

(un mese fa Piero Sorrentino mi aveva spedito questi appunti. Per problemi miei non ho trovato il modo di pubblicarli, lo faccio ora e mi scuso per il ritardo. G.B.) di Piero Sorrentino L’ultimo, animato dibattito sullo stato del teatro, delle sue istituzioni e della critica teatrale risale solamente a qualche settimana fa, quando, al Piccolo di Milano, Luca Ronconi e Franco Cordelli hanno discusso in pubblico sul tema “I critici...

Motus. Nella Tempesta

di Areta Gambaro Teatro Valle 3-4-5 aprile 2014 uno spettacolo di Motus 2011>2068 AnimalePolitico Project ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò con Silvia Calderoni, Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella Minni drammaturgia Daniela Nicolò. Metti da parte la tempesta e dimentica pure che la tempesta è un testo di Shakespeare. Metti da parte il Teatro Valle Occupato. Metti da parte i pregressi dei Motus. Non fare caso al tuo posto...

CIELO NERO (11 gennaio 1944)

di Giacomo Sartori Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} Ragazza Vedo solo il suo orecchio la curva dell’orecchio: l’anca sensuale di un violino Le mie labbra premono contro i suoi capelli fini e non puliti respiro l’odore di uomo e di alghe appiattite sugli scogli durante la marea bassa   Anziana È molto smaliziata la piccola spia crucca sussurra lui stringendomi la vita con molta delicatezza come si toccano le cose fragili   Ragazza Non si muove: sembra anche...

Due capitoli

di Francesca Fiorletta Da More uxorio, inedito.   2. L'amore sterile si fa di sabato. Nadja, dovresti saperlo. Anche senza convivenza passano gli anni sterili. Mancano i soldi. Manca la volontà. Nadja, no certo, non a te. Nessuno di questi è il tuo caso -per me, il divertimento è sempre quello di montare gli spazi. - Ecco il mio amore fuori campo, che vuole farmi bere tutto il suo privato. Una voce nel mio campo, gli spazi che monta sono...

Dispatrio (monologo)

di Giacomo Sartori (un uomo di una cinquantina di anni, e con degli occhiali da sole scuri, appare trascinando una valigia a rotelle di dimensioni ridotte; guarda tutt’attorno con un lento movimento circolare della testa, e con gli occhi rivolti in alto; senza lasciare la maniglia della valigia, e con una faccia perplessa) La mia città è una città grigia infossata in una valle grigia costeggiata da minacciose montagne grigie Il cielo è grigio il fiume...

video arte #22 – zin taylor

http://vimeo.com/9399818 Zin Taylor, The Bakery of Blok (Season 1 - Episode 1), 2009.

Andrea è dai pesci

di Giacomo Sartori Katia (fermandosi e guardando la corrente, e con voce cantilenante di bambina, quasi una filastrocca) Andrea è dai pesci parla con i pesci apre la bocca come i pesci per questo non si capisce tanto cosa dice i pesci fanno discorsi da pesce se uno conosce poco la lingua dei pesci vede solo la bocca che si apre e si chiude pensa che giochino a fare il pesce quando invece le loro sono frasi da pesci domande da pesci risposte da...

Buone dritte (anche per poeti)

Pippo Delbono Essere lì, col corpo Durante certe repliche pomeridiane de "La menzogna", al Teatro Argentina di Roma, con la platea e i palchetti pieni di abbonati, c'erano spettatori che protestavano, sbraitavano, inveivano, non capivano. E allora un giorno, nell'intervallo che spezza lo spettacolo, ho raccontato la storia di una cantante ebrea, che poco dopo la fine della guerra in Germania, di fronte allo scandalo provocato da un suo nudo sulla scena,...

Nuovi autismi 29 – Il fragoroso vuoto di senso della letteratura (una lettera)

di Giacomo Sartori Cari ragazzi, permettetemi di chiamarvi così, io devo confessarvi che non conosco più di tanto questo romanzo che avete deciso di trasporre a teatro. Questo testo che vi ha parlato e sul quale volete lavorare è mio, nel senso che sono io che lo ho scritto. Sono io che gli ho dato vita - vita cartacea, per molti versi più pregnante e fervida della nostra - ai...

Il teatro è lo specchio della società, e lo specchio non ha bisogno di cornici dorate – Una lezione di Peter Brook

di Giuseppe Zucco Di Peter Brook, fino a un paio di settimane fa, non ne sapevo molto. Conoscevo il nome, che era un regista teatrale di fama mondiale, che l’ammirazione e gli applausi non finivano di fioccare dalle sue parti – insomma, è prevedibile che se non vai a vedere con i tuoi occhi, quello che ti arriva addosso è puro marketing e personaggi costruiti ad arte e l’incenso dei comunicati...

Street Spirit (Fade out) ovvero un requiem per il Teatro San Martino

di Azzurra d'Agostino and fade out again and fade out Radiohead Se “benedetta è la città che fonda un teatro”, come suona la frase di Edward Bond a sottotitolo dei Quaderni di Roma – com'è la città che lo chiude? In momenti come questi viene in mente un paragone piuttosto amaro, ci si sente come quando a un funerale vorresti dire due parole a suggello della vita di un amico; difficile raccogliere in una...

Sul concetto di Volto nel figlio di Dio

di Massimo Marino, Oliviero Ponte di Pino e Attilio Scarpellini Lo spettacolo di Castellucci deve andare in scena. Un appello I “se” e i “ma” su uno spettacolo o su un’opera d’arte sono materia del dibattito critico o delle sempre legittime reazioni del pubblico. Ma quando la censura preventiva prende il posto del dissenso e diviene intimidazione, non è più questione di questa o quella interpretazione, è la libertà stessa...

Il sogno di Tamerlano

di Nevio Gambula Una stanza vuota e buia. Al centro, illuminato dall’alto, un uomo. È vestito in jeans, scarpe da ginnastica e con una felpa con la scritta FIAT in evidenza. Ha una pistola in mano. Si muove lungo il perimetro della stanza,agitato, come guardando verso un “fuori” ostile. Diverse voci ripetono la notizia di un operaio che fa irruzione nella palazzina dirigenziale dell’Azienda, uccide tre persone e ne sequestra...
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