di Italo Testa È come se oggi la questione della verità tendesse a entrare di prepotenza nel discorso dei poeti. Il compito veritativo della poesia ne occupa la scena, assume un ruolo focale. È una mossa non scontata, se teniamo conto che proprio con un conflitto tra poesia e filosofia sul nesso tra apparenza e verità si inaugura la tradizione occidentale di ordinamento dei discorsi.
di Nikos Kachtitsis
Non voglio l’eternità,
ho solo chiesto tempo
Demetrios Capetanakis
La pianta del loto e il loto
Tu sei la pianta mistica
che mi ha condotto fin qui
nel mezzo del crudele
febbraio.
La pianta che mi ha nutrito
con il suo latte innocente
l’anno scorso.
Tu sei la pianta del loto
e io sono il loto
che matura lentamente
ma una volta maturo
muore di disgusto.
Qui giace
Mi guardo attorno come se
fossi appena tornato
da un funerale
con il fazzoletto impregnato
di profumi acri.
Non seppelliscono
i loro...
Quando gli inquirenti cominciarono ad applicare nei riguardi di me, inquisito, i loro metodi di azione fisica, aggiungendo ad essi il cosiddetto "attacco psicologico", l'una e l'altra cosa provocarono in me un terrore così mostruoso da mettere la mia natura a nudo fino alle radici.
di Massimo Rizzante
Amo le stazioni termali. Immergermi nelle loro acque calde e rigeneratrici. Nuotare lentamente in una grande piscina blu.
Al mattino, soprattutto. Prima delle nove, quando l’allegro «Avanti, muovetevi!», lanciato da un robusto insegnante in costume da bagno, dà inizio alla lezione di water-gym programmata per una clientela alla ricerca dei suoi glutei perduti. I glutei, tuttavia, non sono vecchi e cadenti ! E neppure solo femminili! Sono glutei...
di Franz Krauspenhaar e Nina Maroccolo
Chiamalo
Chiamalo attenzione, e dispersione
e disperazione e fiore nero e caduta
e innalzarsi, invece; e speranza, e mirto,
e i tuoi occhi e la cascata di dolore
che mi prese al solo pensare di lei
e di te; e poi consumazione, e stanco
io non di te ma di me; e chiamalo sonno
come un romanzo, e chiamalo emozione
come una canzone, e chiamalo turno
nella fabbrica del gesto, nell'imperante
guazzabuglio, nell'intrico selvatico
del desiderio,...
di Chiara Valerio
Rivedrò domani le banchine
e la muraglia e l’usata strada.
Nel futuro che s’apre le mattine
sono ancorate come barche in rada.
Ossi di seppia, E. MONTALE
A cinque anni ho preso in mano un coltello per affettare il pane e mi sono tagliato un dito. Una brutta ferita, la falangetta del dito medio pencolava spaventosamente. Mio padre mi ha portato all’ospedale come se una spada mi avesse trafitto il cuore e...
di Simona Baldanzi
Amarilli,
dal tuo nome solo può cominciare questa lettera, perché mi ha colpito sulla lista, perché un nome così non l’avevo mai sentito. Deriva dal fiore? Dall’Amarillis? Come è che ti hanno dato questo nome?
Questa è stata la prima cosa che mi son chiesta, sfogliando il giornale la mattina sull’autobus prima di arrivare a lavoro. E poi ho cercato il tuo volto su internet e l’ho trovato. Mi...