di Andrea Caterini
Quanto potrebbe cambiare la nostra percezione dell’opera di Malcolm Lowry se solo venisse finalmente tradotto il suo epistolario? Cosa potremmo scoprire di quel privato che Lowry maschera e reinventa in tutte le pagine dei suoi libri? Mi chiedo: è davvero necessario, dico per uno scrittore tanto egocentrico quanto bugiardo (come scrive spesso di se stesso nelle sue opere), sapere qualcosa di più di quello che già ci...
di Giuseppe Zucco
Come si aiuta, come si soccorre, come si salva il prossimo – e quindi inevitabilmente se stessi - negli anni duemila? Nei momenti di estremo intervento, cosa differenzia le ultime generazioni da quelle che ci hanno preceduto? Siamo diventati più disponibili e generosi? Ci siamo qualificati come una massa di autentici calcolatori smidollati? Quale pressione etica accelera, se accelera, le nostre pulsazioni nei confronti di chi avverte,...
di Malcolm Lowry
I sedili erano disposti longitudinalmente sui due lati della corriera e Hugh guardò l’uomo dall’abito blu che, seduto di fronte a lui, aveva parlato fino a quel momento tra sé con voce rauca e ora, ubriaco, drogato, o tutt’e due le cose, sembrava sprofondato nel torpore. Non c’era bigliettaio sulla corriera: forse sarebbe salito uno più avanti oppure il biglietto lo si pagava all’autista al momento dello...
di Giuseppe Zucco
“Il Console le prese la mano. Si stavano abbracciando, o così quasi sembrava, appassionatamente: chi sa dove, dall’alto del cielo, un cigno, trafitto, piombò sulla terra.” Malcolm Lowry, Sotto il vulcano.
“Guardava la Jacuzzi schiumare bolle intorno alla gamba. E come dal nulla un uccello era improvvisamente caduto nella Jacuzzi. Con un piatto, prosaico, plop. Dal nulla. Dal grande cielo vuoto. Non c’era niente sopra la Jacuzzi se...