di Faruk Šehić
io non sono un uomo di Sarajevo
a Sarajevo
aprile è davvero il mese più crudele
dove si mescola fantascienza e orrore negli alambicchi dei corpi
gli spiriti sono sospesi nell'aria, gli spiriti della schizofrenia letteraria
devi solo coglierli, quei tristi grappoli di universi
che pagherai con il tuo sangue
a Bistrik e a Kovači le case sono recintate con alte mura
mentre le anime umane sono aperte come le cupole delle moschee ottomane
l'aria è pungente...
di Giovanni Accardo
Una domenica pomeriggio a Sarajevo
Il centro storico di Sarajevo, la nostra prima meta, non presenta tantissimi segni dei quasi quattro anni di assedio da parte dei serbi, anche la biblioteca nazionale incendiata nell’agosto del 1992 è stata completamente restaurata. Ogni tanto la facciata di un palazzo mostra i fori dei proiettili, mentre lungo i marciapiedi ci s’imbatte nei segni di una granata ricoperti di cera rossa: le...
di Gianni Biondillo
Clara Usón , La figlia, 488 pag., Sellerio, 2013, trad. di Silvia Sichel
La Storia ha smesso di avere dei confini già da qualche anno nella letteratura mondiale. Immaginare che gli avvenimenti luttuosi della guerra della ex Jugoslavia siano argomento solo per scrittori slavi è circoscrivere in una provincia, e per ciò ghettizzare, ciò che ha sconvolto l’Europa intera, alla fine del secolo scorso. L’assedio di Sarajevo o...
di
Azra Nuhefendić
È un clandestino vero e proprio. Esiste, lo sappiamo tutti, anche se negli elenchi telefonici, nei libri ufficiali, nei discorsi pubblici non si menziona. Le indicazioni stradali per trovarlo non ci sono. Eppure è conosciutissimo. Riceve tantissime visite, lo cercano, lo trovano, lo guardano, lo ammirano. È “il tunnel di Sarajevo”, esiste, ma ufficialmente è come se non ci fosse.
Per la gente di Sarajevo “il tunnel” è il...
di
Azra Nuhefendic
Fioriscono i tigli, è ora di tornare a Sarajevo. In giugno il loro profumo si espande e, in due-tre giorni, avvolge tutta la città. I tigli in fiore provocano su di noi l’effetto di una droga leggera. Ci addolciscono, ci scuotono l’anima; diventiamo sentimentali, sul viso ci appare quel mezzo sorriso, un’espressione di chi contempla, di chi si ricorda un segreto, qualcosa di bello, di intimo. Ci ridà...
di
Azra Nuhefendic
La linea ferroviaria tra Belgrado e Sarajevo venne interrotta all’inizio della guerra in Bosnia. Dopo diciotto anni è partito di nuovo il treno che collegava le due città. La locomotiva ha trainato tre vagoni con solo quindici passeggeri. La breve composizione del convoglio rispecchia la situazione politica attuale, cioè la divisione in atto in quel Paese: un vagone delle ferrovie della Republika Srpska, uno di quelle della Federazione...
di Massimo Rizzante
1
Cara Ornela,
ho letto Il paese dove non si muore mai (2004). Ho letto anche la tua seconda opera, Buvez du cacao Van Houten! (2005), che non è ancora stata pubblicata in Italia. Infine, La mano che non mordi (2007).
Nel primo romanzo, dedicato interamente al tuo paese d’origine, l’Albania, il paese in cui la parola «paura» è priva di significato – mentre la parola «umiltà» è perfino assente...
di
Azra Nuhefendic
Editing: Ljiljana Avirovic
La prima pietra della futura Ambasciata Americana a Sarajevo è stata posata. Il palazzone sarà costruito nel posto più bello e più centrale della città. Subito accanto al monumento del presidente Tito.
Sono sicura che Tito, se fosse vivo, non avrebbe niente in contrario sui nuovi inquilini. Con gli americani lui aveva fatto pace già all'inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso, subito dopo la rottura...
di Marco Alderano Rovelli
Jugoslavia: la condanna della memoria. Dell’inutilità e del danno della storia.
Di nuovo un’alba, non a caso.
“Non farti sapiente per mezzo dei tuoi occhi” (Proverbi 3,7).
Non sono un sapiente, ‘non so nulla’ continuo a ripetere, unica, precaria certezza la verità delle mie sensazioni. E la mia infinita inquietudine, la verità del buco che mi attraversa.
La Neretva ci scorre a fianco. Poco fa la visione è stata folgorante,...