di Sara Nissoli
Nasco il dieci luglio millenovecentottantaquattro. Piove. Sono le otto e mezza del mattino. C’è anche mio padre. Mi conta le dita delle mani e dei piedi. Ci sono tutte, scoppia in un pianto accanito per qualche secondo, poi smette come nulla fosse. Mia madre ha una camicia da notte chiara, gli dice di andare, ma poi di ritornare. Mio padre scende le scale fino all’ingresso dell’ospedale, va...