di Marco Simonelli
Spirava
in quel ballo a Lisbona
un’aria di fine d’epoca
di tramonto dell’Europa ripartita in classi
prepotente e raffinata
ingiusta e stravagante.
Il mio vestito arancio roteava
nel mezzo della pista.
In quegli anni quasi tutti gli artisti divoravano
la vita come per farla finita al più presto:
usavano il sesso come una droga
e la droga come il sesso.
Il problema centrale delle nostre esistenze
era quello di organizzare in modo impeccabile
le nostre cene.
Arrivavano Letizia Paolozzi e Nanni Balestrini
Laura...
di Emanuele Trevi
«Quello che eterneggia mi è poco congeniale. Più volentieri entro nell’ordine di idee che niente è più sacro di ciò che non è stato ancora redento dallo stile, non ancora raggiunto dall’intelligenza». Con questa bellissima dichiarazione d’intenti, tutta imperniata sull’ambiguità di quel «sacro» che non basterà una vita intera a sciogliere, Cesare Garboli chiudeva l’Avvertenza premessa alla sua prima raccolta di saggi, La stanza separata, uscita per...