di Giorgio Mascitelli
Vedendo le immagini della comandante della Sea Watch che scendeva dalla nave arrestata dagli uomini della guardia di finanza, mi è venuta in mente la battuta di Renzi dell’anno scorso sul fatto che con il nuovo governo si sarebbe seduto comodamente coi popcorn in mano a vedere cosa avrebbero combinato. Questa battuta è più profonda ed emblematica di quanto pensi il suo autore perché rappresenta non solo...
di Mariasole Ariot
La parola è già movimento, atto, agire: qualcuno la sta ascoltando, e l'ascolto produce, incide, traccia. L'ascolto, anche quando passivo, è sempre attivo.
Le ultime dichiarazioni del Ministro degli Interni, un videomessaggio vagante nei social, pronunciato con la stessa leggerezza del mezzo, dice qualcosa che non può sparire nell'invisibilizzazione che il mezzo, nella sua produzione ipervelocizzata, in cui tutto ciò che appare, appare per un secondo e poi...
di Giorgio Mascitelli
Narra la storia che Jean-Baptiste Lully morì di cancrena a un piede, che il compositore italofrancese si era ferito da sé con la mazza di ferro con la quale soleva battere il tempo dell’orchestra rifiutando in seguito di farsi amputare la gamba, come proposto dai medici. Devo confessare che l’Italia sotto le cure di Salvini evoca ai miei occhi più che un immaginario mussoliniano proprio lo spettro...
di Carola Susani
Non so se ho tenuto bene il conto. Il Baobab ha subito a mia memoria 22 sgomberi. Perché allora esiste ancora? Perché dopo il primo sgombero - quello della struttura di via Cupa - è diventato un'altra cosa, una organizzazione agile e leggera che dà aiuto, l'aiuto base, minimo, una tenda, sacco a pelo, coperte, abiti, cibo, relazione, a chi non ha dove andare, gente che...