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romanzo

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Spatriati

Gianni Biondillo intervista Mario Desiati
Leggevo "Spatriati" e pensavo al dittico di Boccioni: "Quelli che vanno", "Quelli che restano". Il tuo è un romanzo di stati d'animo?

La fuga di Anna

Gianni Biondillo intervista Mattia Corrente
Mi affascinava la vecchiaia, per antonomasia considerata il tramonto della vita, un tempo governato da reminiscenze, nostalgie e rimorsi. E se invece diventasse un momento di riscatto?

Una vita dolce

Gianni Biondillo intervista Beppe Sebaste
"Rompere il ricatto della trama": credo di non avere mai fatto altro da quando ero un ragazzo. Da una parte perché sono sempre stato dalla parte di chi trasgredisce, e la trama è sempre, anche graficamente, un’uniforme e una messa in ordine, un ordine del discorso.

Le stanze del tempo

Gianni Biondillo intervista Piera Ventre
Ciò che mi interessava esplorare è la relazione di interdipendenza che si crea tra chi abita e l’entità casa, che "viene abitata", e quindi anche delle anime dei personaggi.

Le magnifiche invenzioni

Gianni Biondillo intervista Mara Fortuna
In quegli anni di fine 800 si respirava un’atmosfera effervescente, c’era molta fiducia nel futuro, nelle possibilità dell’umanità. Le storie di questo romanzo sono inventate, ma ruotano intorno a personaggi realmente esistiti.

Io non ci volevo venire

Gianni Biondillo intervista Roberto Alajmo
Scegli come protagonista del tuo romanzo un non-eroe. Un inetto accidioso, Giovà, quello che nelle partitelle si mette in porta per non dare fastidio. Eppure, alla fine il lettore si identifica con lui. Siamo tutti Giovà?

Quando i pesci hanno i piedi

di Romano A. Fiocchi
La copertina è così: accattivante ma nuda, senza titolo, né autore, né editore. Che sono però sul dorso con caratteri che sembrano il loro riflesso tremolante nell’acqua.

Ci vogliono poveri, Momar

di Romano A. Fiocchi
La scelta della forma ‘romanzo’ e la collaborazione di due autori dalle origini culturali differenti è la formula ideale per coniugare caratteristiche altrimenti in contrasto tra loro, come ad esempio il rigore della ricostruzione storica degli anni Settanta – periodo in cui si svolge la vicenda – con la semplicità quasi primordiale del linguaggio.

Silvia Calderoni: un dente strappato come il ricordo

  Un dente strappato come il ricordo; tutto si tiene, tutto traballa: «nonostante che le persone e i luoghi citati non siano inventati, questo non è un romanzo autobiografico». Si apre così Denti di latte, il romanzo di Silvia Calderoni pubblicato recentemente da Fandango. È, questo di Calderoni, un libro di giuramento all'inquietudine, di vita spalancata e di schianto con l'acqua fredda di ogni infanzia. Libro dei tremolanti, delle piccole persone...

Sotto il cielo del mondo

Gianni Biondillo intervista Flavio Stroppini
Uno dei temi fondamentali del tuo libro è la paternità. Quella all'apparenza negata ad Alvaro, il tuo protagonista, quella che dovrà vivere lui, essendo il tuo romanzo una lettera indirizzata alla figlia che verrà. Credi che oggi sia necessaria una ridefinizione del ruolo paterno?

Al centro del mondo

Gianni Biondillo intervista Alessio Torino
Al centro del mondo che racconti nel tuo "Al centro del mondo" c'è la provincia, sempre meno intercettata dalla letteratura contemporanea: è una scelta estetica o anche politica?

Come in cielo

di Marco Candida
I solchi d'erosione nel calcare e nelle marne argillose sembrano delineare labirinti. Nives e Ascanio da un costone vi si perdono a rimirarli. Ricordano a entrambi i percorsi incerti delle loro vite.

La solitudine pensante della lettura

di Romano A. Fiocchi
Il libro è diviso in due parti: la prima, uno zibaldone dove affiorano «microstorie» per lo più bizzarre ma autentiche, personaggi strampalati, esponenti della «romanzeria nazionale», ballerine di flamenco, luoghi magici. La seconda parte ricostruisce invece il peregrinare che fece Permunian in compagnia della Leica di Mario Dondero tra i luoghi della Resistenza polesani.

“Cinque giorni fra trent’anni”: intervista a Francesco Fiorentino

a cura di Ornella Tajani
Il fil rouge credo che sia l’interrogazione sulle sorti della mia generazione che ormai è quasi arrivata alla vecchiaia. Rappresento una molteplicità di personaggi, per lo più femminili, sempre costretti a dover fare i conti con “l’aspra indifferenza dell’età adulta”

Dallo Zoo all’Aldilà

di Romano A. Fiocchi
"Sillabario all’incontrario" di Ezio Sinigaglia e un romanzo che è un insieme di tante cose, messo in una scatola divisa in ventuno scomparti, uno per ogni lettera dell’alfabeto italiano. Una scatola che è soprattutto un contenitore di umorismo.

Non-traduzioni novecentesche

di Romano A. Fiocchi
Nel libro di Luca Limite, al centro di tutto non sono i personaggi, tanto meno la storia in sé: autentica protagonista è la lingua, la sua bellezza, i suoi equivoci, le sue ambiguità, i suoi giochi semantici, in una parola: la sua plasticità.

I fantasmi di Bruciata

di Romano A. Fiocchi
Bruciata - quella raccontata in "Cuori di nebbia" - esiste davvero. È una località sulla via Emilia, tra Modena e Bologna. Se la si cerca sulle mappe di Internet, si fatica a identificarla: le descrizioni che ne fa la Giaquinto risalgono a oltre vent’anni fa, nel periodo in cui ha ambientato la storia.

Quattro romanzi: Amigorena, Erpenbeck, Serrano, Siti

di Gianni Biondillo
Arriva l'estate ed ecco alcuni miei consigli di lettura. Quattro romanzi molto diversi fra loro. Questi gli autori: Amigorena, Erpenbeck, Serrano, Siti. Tutti libri usciti nel 2020, nella più tipica tradizione di Nazione Indiana, incapace di inseguire le mode del momento.

Il Bambino

di Valerio Paolo Mosco
Il termine scandalo ha un’etimologia greca e il suo significato è quello di pietra di inciampo, l’inaspettato che può accadere a chiunque e che interrompe il percorso. Lo scandalo ne Il Bambino è la nascita di un figlio gravemente disabile in una famiglia borghese "normale".

I segni sull’acqua

di Roberto Carvelli
Reparto correttori di bozze. Discorsi. O meglio: ordini.

La strada di chi resta

di Federico Di Gregorio
Le cose materiali sono protagoniste nell’inizio del nuovo romanzo di Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, edito da Mondadori. Casa, ascensore, vestiti, scarpe, simboli del quotidiano e della discontinuità, uniti al mantra del parere popolare, per l’abbandono terapeutico delle cose materiali. Perché? Non ha senso, si dice l’autore: «Non riescono a capire che dai ricordi sono invaso».

La mente, l’odio, l’imitazione, l’inversione

di Pasquale Vitagliano
Come Magrelli precisa, lo scontro tra i due è asimmetrico. Hanno vissuto in epoche diverse. Proust non ha conosciuto Céline, dunque, non può rispondere al suo astio. Più correttamente, si tratterebbe di un’ “aggressione postuma”.

David Laurenzi: “mille aghi di pino e una cicala morta”

  È recentemente uscito per Fve editori il romanzo di formazione Ruggine al sole di David Laurenzi. Ospito qui una selezione di estratti.   1. L’anno è quello di un vecchio telefilm di fantascienza. Ne ho visto qualche episodio insieme a mio padre. Racconta della terra che esplode e della luna che, schizzata via dalla sua orbita, inizia a vagare per l’universo con sopra gli astronauti che ci vivono. Si chiama Spazio 1999. Il posto...

Quella notte al Majestic

di Romano A. Fiocchi
Fu presso l’Hotel Majestic di Parigi, nell’imponente avenue Kléber, che nel corso di una serata organizzata dai ricchi coniugi Schiff si riunì un’incredibile schiera di artisti e di intellettuali. Tutti per assistere all’incontro tra due giganti della letteratura: Marcel Proust e James Joyce.

La più recondita memoria degli uomini

di Valerio Paolo Mosco
“Di uno scrittore e della sua opera possiamo almeno sapere una cosa: l’uno e l’altra camminano insieme nel labirinto più perfetto che si possa immaginare, una lunga strada circolare in cui la destinazione si confonde con l’origine: la solitudine.” Parola di Mohamed Mbougar Sarr.

Lettura d’autore: da un incontro con Giorgio Manganelli

di Giorgio Manganelli

Non ho la minima idea di quello che dirò, e cioè non ho un’idea molto precisa, perché sono venuto qui non sapendo esattamente di cosa avrei dovuto parlare se non di qualche cosa che si chiama letteratura, che è un coso in cui si entra da tutte le parti...

Rimostranze folli

di Venceslav Soroczynski
Al nostro Venceslav Soroczynski non è ancora andata giù la lettura febbrile del romanzo di Patrick McGrath, "Follia", pubblicato da Adelphi nell'ormai lontano 1996. E qui ci spiega perché, con, detto fra noi, folli rimostranze.

Marcel Proust, Véronique et moi

di Mauro Baldrati
Ed è spuntata: una voglia di viaggiare in quel “bel mondo” così affascinante, perduto e spietato. Con un libro, un libro mio, dove c’era lui in persona.

Marcel Proust, i segni e la genesi

di Mauro Baldrati Slalomando tra i segni dell’amore, come sciami di frecce di Cupido dalla punta avvelenata, il narratore ci guida in un’indagine chirurgica e spietata sui meccanismi dell’innamoramento. Qui sta una delle discese agli inferi della Recherche: l’amore è impossibile, e l’amante è condannato all’infelicità, perché non potrà mai conoscere e tanto meno possedere la persona amata.

Quattro romanzi: Tanizaki, Camilleri, Slimani, Evison

di Gianni Biondillo
Che poi in realtà sono due romanzi (di Jun'ichirō Tanizaki e di Jonathan Evison), una raccolta di scritti (di Leïla Slimani) e un copione teatrale (di Andrea Camilleri). Ma basta capirsi, no? Insomma: quattro consigli di lettura, sul volgere dell'estate e l'arrivo dell'autunno.
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