di Roberto Gerace
Tu che vivi sempre nel chiuso di un corpo come nell'ultima cella di un convento evacuato, scaldando un posto nel freddo, incessante slabbrarsi del cosmo, e hai perduto la tua vita, presta, ti prego, al mio provvisorio spettro il tuo respiro calmo. È facile per te, che te ne vai per le vie già solcate, tanto sicuro, a ogni svolta, di calpestare soltanto i tuoi passi, di...