8 spunti lucreziani
di Andrea Inglese
5.
Tum porro locus ac spatium, quod inane vocamus,
si nullum foret, haud usquam sita corpora possent
esse neque omnino quoquam diversa meare;
(I, 426-428)
Se non fosse il tuo posto, un falso posto,
un porto illusorio, un utero bucato, un miraggio,
ci potresti anche stare, giacere, a carponi,
a quattro zampe, in piedi, come un obelisco,
una statua, lo status, in una gerarchia mentale
e senza tempo, ma perché tu ci metta
piede,...
8 spunti lucreziani
di Andrea Inglese
4.
Inter saepta meant voces et clausa domorum
transvolitant, rigidum permanat frigus ad ossa,
(I, 354-355)
Ora che senti le voci, che non puoi
non sentire le voci, sempre le voci
si fanno sentire, nei muri le voci
di nuovo tornano udibili, attraverso
tutta la fasciatura d’intonaco, la fibra
di mattone, di ghiaia, di calce, persino
il cemento pieno, armato di ferro
in trame parallele, lascia scivolare
le voci, sono quelle sottili che...
8 spunti su Lucrezio
di Andrea Inglese
1.
Nec tamen undique corporea stipata tenentur
omnia natura; namque est in rebus inane.
(I, 329-330)
Nella cosa c’è il vuoto, il difetto, lo strappo.
C’è il tappo, lo scolo, il beccuccio, il forato.
C’è la porta, la finestra, l’uscita e l’entrata.
C’è il vano, la fessura, l’oblò, il cassetto.
C’è il buco del cesso, la crepa murale,
la falla nel sistema nervoso centrale.
C’è il baco di Palo Alto
nella rete telematica mondiale.
C’è quella...
Martedì 13 settembre 2011, alle ore 21
presso la Libreria Popolare (via Tadino 18, Milano)
Presentazione di:
La fisica delle cose. Dieci riscritture da Lucrezio
a cura di Giancarlo Alfano
con testi di Andrea Inglese, Letizia Leone, Laura Pugno, Giulio Marzaioli, Vincenzo Frungillo, Andrea Raos, Vito M. Bonito, Sara Davidovics
Giulio Perrone Editore (2011)
Partecipano alla serata: Giancarlo Alfano, Andrea Inglese, Vincenzo Frungillo, Italo Testa
di Vincenzo Bagnoli
Da Deep Sky (d’If, 2007)
The killing moon
Cieli bianchi di nuvole basse
sempre le stesse del sessantasette
atti di nascita non compilati
l’infinità dello zero l’ovunque.
La buia ottusità del giorno pieno
lattiginosa cortina uniforme
mangia la cima di tutte le cose
come il mare d’inverno ingoia la costa,
e nei sorrisi nebbiosi ritrovo
il gelo delle stelle di dicembre,
cerco un racconto le cose che ho visto
ma niente mi rimane e niente sento.
Lune assassine attraversano gli anni,
ore...