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Quaderni

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NUOVI INQUADERNATI 7.

VINCENZO FRUNGILLO La fine di Lucrezio "Sed ne mens ipsa necessum intestinum habeat cunctis in rebus agendis et devicta quasi cogatur ferre patique, id facit exiguum clinamen principiorum nec regione loci certa nec tempore certo". Finire non è uscire dalla vita, ma è restare per sempre nella sua scena madre, è un difetto della vista, che non si sceglie, si subisce, e vede solo chi sa guardare la nostra ferita mortale. La pausa al crollo verticale piega ogni scoperta ad una luce esterna: la ragnatela...

NUOVI INQUADERNATI 6.

MARCO SIMONELLI Pretty Picture Si sciolsero i Soft Cell nel millenovecentottantaquattro e questo è confermabile, lo dice wikipedia, è un fatto vero come è vero che il synth-pop negli anni ‘80 contendeva le vette d' hit-parade ad internazionali megalomani melodici ed è vero come è vera la tequila, il lemon soda, il tuo bicchiere uno schermo di ghiaccio, di bottiglia da cui mi vedi a tratti come dietro al vetro zigrinato di una doccia con qualcuno – ed...

NUOVI INQUADERNATI 5.

FABIO DONALISIO (manifestino) rivendico il diritto all’incostanza alla linea interrotta al buco alla danza l’indisciplina come forma e sostanza di una cosa poetica violenta (e soprattutto non stanca) rivendico oltre un noi o un loro voto vita contro lavoro (che poeta è, mal e detto, destino * la resa della sera dopo odierno inciampare è più vera dell’abituare e si abitano case d’incidente pur di qualcosa pur di niente * "puoi credere nel buio quando la luce mente" sono incredibilmente solo nel senso che non ci credo anche e soprattutto quando vedo e le semplici...

NUOVI INQUADERNATI 4.

MARIAGIORGIA ULBARSarai anche tu un invitato al "funeral blues" che non ti aspetti per le volte, tutte, in cui hai scosso la testa per non essere coinvolto. Verranno a battere i gabbiani lunghi le loro ali anche lontano dai luoghi di mare che sappiamo, sulle paludi batteranno, sulle foreste su ogni città cadente che hai tracciato con una mano sbagliata su una carta. Tutti presenti, tu, io e chi...

NUOVI INQUADERNATI 3.

ELEONORA PINZUTI P’t Mi rialzo in quest’autunno scalzo il senso delle tracce (ardo? agghiaccio? serve?). Io non fui l’erba, o la foglia che s’assottiglia, ma la soglia sempre sospesa, forse la chiglia. Ho picchiato in tutti gli angoli del labirinto, rivisto nelle pozze le trame, riletto il palinsesto. Ho adesso muscoli dolenti, ossa crocchianti, la rabbia come patina sui denti. So per certo che la trama è, non vista, nelle glosse. Che il sentiero è rilkiano, fatto di sassi bianchi, di sinossi sulla piega della...
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