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di Aleksandr Snegirev
traduzione di Giulia Marcucci
Lei chiese: «È Stalin?».
Alberi, cespugli, sentieri scricchiolanti. Qui sono stati confinati i reggenti di stati e dicasteri passati. Imprese eroiche ed efferatezze sono alle spalle, dietro la svolta del secolo; i monumenti invece, come sclerotici smarriti, li hanno raccolti in giro per la città e portati sull’erba, sotto le fronde. Commissari del popolo, marescialli, rigorosi soldati di fronti dimenticati, di granito, cemento, fusi in...