di Bruno Barbera Mi stavo massaggiando la testa con lo shampoo quando ho sentito, in corrispondenza della tempia destra, un punto cedevole. Istintivamente ho fatto pressione con due dita e nel mio cranio si è formata un’apertura.
di Simone Redaelli Ma questa è una menzogna. Nulla nel mondo ha di queste sensazioni. Tutto continua a girare: gli esseri umani procedono indisturbati, gli alberi generano foglie, i muri continuano a reggersi.
di Marco Nicosia Nel complesso, la lettura e la traduzione esigono, come fa l’autrice, «[to] look askance again», di guardare di sbieco, e poi di nuovo scrutare e ancora una volta guardare di traverso
di Silvia Belcastro Dal mio corpo escono tubi da mungitura perché devo allattare la notte, devo mettere al mondo le sue creature: su un nastro trasportatore sfilano, a distanza regolare, i miei fantasmi contornati di luce.
di Laura Liberale Ti convinci di essere già morto, che la tua morte è già avvenuta, non senti nulla, nessuna emozione, diventi come un sasso, ti prosciughi.
di Marta Barattia Cade senza un grido, trascinata in un abisso di vortice scuro che confluisce in un tubo più grande e poi in un altro e un altro ancora. E poi – si suppone – nel mare.
di Ilaria Parlanti Mi concessero settantadue ore per vedere il mondo, ingabbiata in un ospedale. Poteva accadere – la mia morte – per un semplice arresto circolatorio, per l’elisione dell’esofago o per soffocamento. Stava a me decidere.
di Mariasole Ariot
Non beccare, dicevi diventa la tua lingua, fornifica un linguaggio, dicevi non credere a chi dice che è scomparso.
Ma cosa diventa una lingua se non ha papille?.
Ho le pupille di due forme differenti. Una è una piramide, quindi una montagna. L’altra è un triangolo rovesciato, quindi una grotta. Giulia se ne accorge per la prima volta allo Spin Time Lab.
di Sharon Vanoli
Il grande regno la chiamava… e lei doveva andare. Era sempre andata. Se la ricordava? L’immacolata esaltazione che la prendeva, ogni volta, alla vista di tutto quel liquido salato e spumeggiante.
di Mariasole Ariot Si incammina lento, un corpo puntellato dagli spilli, quando gli insetti s’insinuano nel sottopelle e dalla punta più bassa del terreno arrivano alla testa: un brulichio di voci e mani a forma di pensiero...
di Mariasole Ariot Quando cade la pioggia dalla bocca e si fa nero il nero, si accumulano le uova dell'insetto che apre e scortica il becco di tre parti, una cosa morta il bianco ragionato un petalo appassito per dolore...
di Mariasole Ariot
Cara L.
Seduta sulle ginocchia dell’alba ho il volto rivolto ad est, ho sempre capito i segni cardinali, li sento nell’esofago, ti scrivo mentre la casa è un temporale.
di Laura Pugno e Italo Testa
Laura Pugno: Vuole una tesi forte che molta della migliore poesia italiana contemporanea – Antonella Anedda, Stefano Dal Bianco, Guido Mazzoni – cerchi le proprie ragioni d'essere andando a sconfinare nei territori della saggistica. Di recente, scrivevo in una nota sul saggio Apparizioni di Andrea Gentile (Nottetempo), sembra invece, a contrario, che sia proprio la saggistica ad andare a cercarsi nei territori della poesia....
Mi crogiolo all’idea del bus che percorrerà la Prenestina, bagnata dall’arancio dei lampioni, per restituirmi al nero della mia camera, che è fumoso e nerastro, appena disturbato dalle finestre del condominio troppo vicino al ballatoio.
Un giorno, un giovane falco- dalle sue alture inaccessibili- scorse una tartaruga in contemplazione del mondo. Passò due anni a scrutarla, a studiarla… Poi le si accostò e stette ad ascoltare i sogni e le utopie.
Editor's Introduction
Stiliana Milkova
Natalia Ginzburg (1916-1991) was an Italian writer, translator, playwright, and essayist. She worked as an editor at Italy’s premier publishing house Einaudi, alongside authors such as Cesare Pavese and Italo Calvino. She was at the center of Italy’s flourishing post-war cultural industry, and in 1963 her novel Family Lexicon won the most prestigious Italian prize for literature, the Premio Strega. Her works include novels, collections of short...
di Tommaso Lisa
La ricerca della preda vivente non è la ricerca frettolosa dell’ombra di cui si accontenta la pigrizia di spirito che si dà il nome di azione.
Georges Bataille
Passeggiando, sul sentiero, trovo sparsi frammenti di carabo. Qua e là delle zampe, qualche elitra, un pronoto. Sono probabilmente residui coagulati nelle feci di qualche predatore, volpe o cinghiale, che la pioggia ha sciolto e dilavato. Frammenti inerti, parti inanimate di...
Due prose di Alexandrina Scoferta
I.
A volte ho la sensazione di vedere le clienti di mia madre camminare fuori dalla libreria. Mi affretto ad uscire e gridare – Buongiorno Rosi! – ma non è una di quelle mattine in cui porto le brioche di Regina Adelaide a mia madre in negozio e di certo la signora Rosi non è su queste strade mediterranee che cammina con la spesa in mano....
di Ghazal Mosadeq
traduzione di Andrea Raos
*
¿Dormi bene la notte?
¿Rivivi sempre le stesse situazioni?
¿Chi stai cercando?
¿Di dove sei? Voglio dire, di dov’è il tuo bell’accento?
¿Tuo padre, il padre di tuo padre, di dove sono?
¿Dov’è qui?
¿Credi che i nostri ricordi dolorosi possano svanire? Presto?
¿Hai mai pensato che se il fuoco si spegne lo possiamo riaccendere?
¿Ricordi le conversazioni con tua madre sulla bellezza e sul terrore, sulle ombre senza sostanza, sull’ostilità della...
di Massimo Parizzi
Velio Abati Fughe, San Cesario di Lecce, Piero Manni, pag,170, euro 17
Velio Abati, nato nel 1953 a Roccalbegna, in Maremma, vive a Grosseto, dove nel 1993 diede vita alla Fondazione Luciano Bianciardi, che diresse, facendone un vivace centro di cultura, fino al 2006, quando ne venne estromesso da una manovra politica, di cui fu protagonista l’allora giunta di centrosinistra, definibile a buon diritto squallida.
È autore di saggi (fra...
di Mariasole Ariot
O dovremo obbedire, e cavalcare con te fra gli annegati
Dylan Thomas
Cui Cesar - Preludes - Moderato assai "
Al mattino fuoriesce un verme dalla bocca, annodato dalla notte che è di ottone, una tomba annuncia il sangue del mattino, mi sputa nella gola un meccanismo artefatto di parole, quando non sappiamo dirci e il corpo disfa per una comunicazione interna, fondersi con...
di Michele Neri
Sono tornata di corsa, per strada non c'era nessuno e non vedevo il tempo che accelerava di fianco a me. Sono quasi le nove: è tardi.
Il mio vicino di casa ogni mattina bussa alla porta. Insiste, dice che un giorno sarà impossibile ascoltare quei suoni che rimandano la nostra fine.
Io sono la donna più popolare e senza aver fatto niente di speciale; hanno detto la salvatrice del...
di Mariasole Ariot
18 ottobre 1917. Paura della notte. Paura della non-notte
Franz Kafka
Aleksandr Nikolaevič Skrjabin - Etude Op.8 No.12 "
Crescono i corpi del giardino come piccole tempeste della notte, un fiore che appassisce alla finestra e tu non dici acqua - quando lo scherzo è cauto e doloroso, il bene che hai annunciato una miseria, di nuovo un filamento un pozzo un sogno, ancora il...
di Mariasole Ariot
Caro G.,
oggi il cielo è plumbeo, ho scartavetrato la casa per cercare un corpo che non fosse inquinato, ho preso le parti e introdotto un nervo nello stipite. La paura è questa sacca di placenta che spinge la mia testa, nascono figli e figlie dentro la nuca, mi chiedo sempre come tu stia, da quando la montagna ci ha soccorso.
Ho camminato a lungo, ho percorso un...
di Mariasole Ariot
Cade un mondo dalla testa, amplifica la velocità del tremendo, quando si china e non mi chiama, un capo abbassato conficcato nella terra, quando resta la parte clandestina che non apre, quanto preme, quanto muore e se non muore: vedere il bosco uscire dalle labbra, una pelle scorticata per le attese, il silenzio che muove, il vento di aprile, il frutto acerbo delle età immobili, e...
di Orazio Labbate
Nevicava da due notti. Il gelo aveva sommerso i pali della luce interrompendo la corrente in tutto il quartiere. La gente rimaneva in casa come in attesa di un mistero. Il mio vicino di tanto in tanto mostrava un occhio attraverso la tenda, come a spiare un omicidio. La neve aveva sommerso la mia auto, riuscivo a vederne, dalla finestra della cucina, solo alcune parti. Nel cofano...
di Hilary Tiscione
La figlia piccola è matta da legare. L’altra è viziata e altezzosa. Ho imparato l’arte della calma. Verso brandy e firmo assegni, conosco ogni nuance del generale Sternwood. Se non ci fossi io qui dentro andrebbero tutti a gambe all’aria. Il capo ha chiamato un detective perché Carmen, la piccola, è finita nella merda un’altra volta. Ma li ho sentiti parlare anche di Regan. Regan è sparito....