di Andrea Cassini
Essere con la testa a venticinque chilometri di altitudine, le guance sfregiate da bufere di anidride carbonica ghiacciata ma gli occhi aperti, a sfidare i cristalli di polvere marziana che si conficcano nella sclera e le particelle cosmiche piovute tra le maglie larghe della ionosfera. Avere il corpo inscritto nella circonferenza del vulcano, la caldera che si è stratificata intorno al petto usando il torace come camino,...