di Luigi Di Ruscio
Mi proponevo poesie a comunicazione rapidissima e senza sotterfugi, la gente ha fretta e bisognerebbe scrivere romanzi di un’unica frase, la mia è una affermazione di identità e mi irrita se mi confrontano con un scrittore molto importante che magari stimo. Antonio Porta quando dirigeva “Alfabeta” voleva pubblicare il primo capitolo del mio romanzo il Palmiro, dovette rinunciarvi, aveva trovato tutta la redazione contro, nella redazione...
di Angelo Ferracuti
Il tema del lavoro, il suo immaginario e i suoi conflitti, quella vita della nostra vita che s’innerva nel nostro destino di individui sociali, non ha prodotto nella letteratura italiana, a parte qualche eccezione, grandi capolavori. Noi non abbiamo Tempi difficili di Dickens, Uomini e topi o Furore di John Steinbeck, e neanche La cittadella di Cronin, Martin Eden di Jack London, tanto per citare uno dei...
di Ermanno Cavazzoni
Nella maggior parte dei casi gli scritti che vengono dal mondo psicotico non hanno molto interesse, da un punto di vista diciamo artistico, o anche solo di efficacia e forza espressiva. Ho fatto una ricerca negli archivi manicomiali, vari anni fa, e sostanzialmente prevale quella povertà di parola, quella stereotipia e convenzionalità che è la norma dei colloqui quotidiani e dei carteggi umani. Ossia un ricoverato del...
Era, se ben ricordo, la primavera del 1981. Accogliendo l'invito dell' assessorato alla Cultura del comune della mia città, Paolo Volponi era venuto per un duplice incontro con gli studenti delle medie superiori, che si svolse la mattina nell'aula magna del Liceo Classico, il pomeriggio nel grande auditorium dell'istituto tecnico per geometri. La sera, a cena, assieme agli organizzatori del ciclo di incontri inaugurato alcune settimane prima da Franco...
di Francesca Matteoni
*
La notte la strada si azzittisce. Le case sono giganti in attesa, spiano i lampioni dalle fessure delle serrande. Siedo sugli scalini del portone, aspettando che il gatto rientri dalle sue esplorazioni. Passano poche auto, non ci sono echi dalla via che dalla piazza centrale corre verso l’Appennino, le montagne punteggiate di villaggi, stelle deboli sull’orizzonte irregolare. Dagli alberi e dal campanile qualche grido di rapace...