Il mondo visto da un buco
di
Azra Nuhefendić
In prima elementare ero molto amica di Vesna. Era bella, bionda e molto simpatica. All’epoca era l’unica un po’ cicciottella. Ero però affascinata da sua mamma che era diversa dalle altre. Le nostre mamme si assomigliavano tutte: portavano la “schlafrock”, cioè la vestaglia (è così che la chiamavamo, utilizzando la parola tedesca) con sopra il grembiule, erano sempre stanche per via del cucinare,...
di
Azra Nuhefendić
L’ultima epidemia di vaiolo in Europa fu nel marzo 1972. Nei trent’anni precedenti si credeva che la malattia fosse stata sradicata, ma riapparve a Belgrado, allora capitale della Jugoslavia. Un trentacinquenne kosovaro era tornato dal suo pellegrinaggio alla Mecca e aveva portato il virus. 175 persone si ammalarono e 35 morirono.
L’ospedale dove furono sistemati i primi ammalati fu letteralmente sigillato. Le porte, le finestre e la fognatura,...
di
Azra Nuhefendić
Per vent’anni ero andata a fare tutte le mie fototessere dal fotografo “Đumišić” che ha tutt'ora un piccolo negozio nel centro di Sarajevo. L’avevo scelto per un motivo ben preciso. Lui modificava parecchio le fotografie, all’epoca si diceva che faceva il retusche, e sulle foto eravamo tutti belli e perfetti. Non si vedevano le rughe, sparivano i brufoli, il viso era liscio come la porcellana.
Ho ancora una di...
di
Azra Nuhefendić
Tra le strette mura di Dubrovnik ha trovato dimora una piccola comunità di bosniaci. Sono i discendenti di manovali, braccianti, lavandaie, domestiche, di poveri e di avventurieri che nel passato erano arrivati dalla Bosnia Erzegovina in cerca di lavoro e di una vita migliore. Oggi la comunità bosniaca è fatta di capitani, medici, artisti, professori, pittori, ingegneri.
A Dubrovnik ci sono nati, ci vivono, frequentano le scuole,...