di Carlotta Centonze L'odore vivo dei cespugli di mirto, della salvia selvatica, del legno d'ulivo bruciato e della terra ferrosa, mischiato a una nota onnipresente di affumicato e di zolfo che veniva dal vulcano, le solleticavano il naso e la irritavano come una falsa promessa. Non ci sarebbe stato spazio per i sensi in quella loro missione.
di Mauro Baldrati Una Romagna arcaica, patriarcale, popolata da contadini, pastori, segnata da una miseria inimmaginabile, dominata dalle superstizioni, dalla paura, dai fantasmi.
di Giacomo Sartori È sempre un compito penoso ricordare chi se ne è appena andato. Diciamo la verità, quando muore qualcuno ci si dice che sarebbe potuto benissimo capitare a noi, o insomma che i prossimi della lista forse siamo noi, senza che lo subodoriamo.
di Mauro Baldrati Il suo era un romanzo che avrebbe scosso la letteratura dalle fondamenta. Una scrittura spontanea e al tempo stesso perfettamente controllata. Una lingua scavata dall'interno, spezzata, risorta.
di Cristiano Dorigo Dopo quei film veniva sempre a trovarci, e a pretendere qualcosa che da bambina mi era sembrato normale benché fosse una scocciatura, una consuetudine noiosa come pettinarsi o farsi la doccia o prendere un ceffone dopo una marachella
di Paolo Morelli È comunque la dimensione narrativa della parola ad animare un rapporto fantastico con il mondo, a catalizzare capacità percettive e riflessive esiliate.
di Daniela Sessa In “Marabbecca”, ultimo romanzo di Viola Di Grado, persino la copertina sa di naufragio. E la donna di spalle con la testa spettinata dentro una gabbia è un relitto ammassato dall’onda.
di Lorenzo Mari Per molti anni, almeno fino al 2005, Giuseppe era stato considerato all’unanimità, Giuseppe compreso, come lo scemo del paese di P***.
Ma non era vero.
di Gianluca Valenti Nel momento in cui aprì la porta notò un aereo venirgli incontro alla massima velocità. Con un gesto istintivo lo afferrò e disse, simulando la voce metallica di un ipotetico robot parlante: «Oggetto volante individuato, nemico abbattuto».
di Mauro Baldrati Il finale è classicissimo, epico una volta tanto, ma Pardini non si siede, mai. Riesce a stupirci, a introdurre con nonchalance un affascinante colpo di scena. Diciamo pure un altro colpo da maestro.
di Francesca Matteoni È certamente una fiaba. Anzi, è l’incontro e la rielaborazione di molte fiabe: Il pifferaio di Hamelin, Hansel e Gretel, Peter Pan, i miti della selkie e alcuni racconti sciamanici.
di Orso Tosco L’ossessione, infatti, è la forma d’amore più pura. La meno ragionevole, la più invivibile, ma anche l’unica in grado di modificare esistenze apparentemente consolidate in un battito di ciglia.
di Francesco Spiedo Nonne che custodiscono segreti e preservano il segreto del raccontare in un mondo dove parlare e parlarsi, comunicare, pare diventato impossibile.
di Maria Gaia Belli
Molto molto tempo fa, quando il cielo era più alto della dorsale, la bambina Pauni viveva in un villaggio sulla montagna.
Suo padre cacciava nei boschi per la lunga estate, portava a casa carne e pellicce in abbondanza.
di Emanuele Kraushaar
Io sono A.
Una volta ho chiesto a mia madre perché mi avesse chiamato così.
Non ha detto niente ed è scoppiata a ridere.
Ricordo la sua bocca che si apriva e i suoi denti bianchissimi.
di Mauro Baldrati “Bah” mi ha interrotto Dennis, calmissimo. “I cosiddetti flussi kerouachiani sono nulla in confronto a Joyce. Dico, l’hai letto il monologo finale dell’Ulisse?”
di Claudio Kulesko I. Non vi è modo di collocare certi avvenimenti in un sistema ordinato e razionale. Benché meno i loro nebulosi precursori: scariche di intuizione brucianti o, all’inverso, algide...
La descrizione del progetto L’Anno del Fuoco Segreto, si può leggere QUI.
di Andrea Zandomeneghi
Conoscevo crackomani che si preoccupavano (seriamente) per la mia salute perché mangiavo – cosa a loro dire sicuramente folle e probabilmente assai dannosa – quello che pescavo nell’Arno. Spesso erano anguille (ci facevo uno spezzatino al sugo di pomodoro), qualche volta carassi (ottimi per la zuppa) o altri ciprinidi imbastarditi che sfuggivano alle classificazioni ittiche canoniche ma che secondo...
Marino Magliani intervista di Giorgio Ghiotti Nelle pagine dei libri le storie cantano, e non solo le storie: le parole, i nomi, i gesti, si richiamano e poi si innovano.
di Mauro Tetti
Ogni cosa vissuta o immaginata continuava a ingannarmi trascinandomi dabbasso in qualche buco sconosciuto della vita. Sentimento che avvertivo più forte durante e dopo il primo incontro con Salif. La sera passeggiavo solo nei vicoli male illuminati della Marina e mi nascondevo nei locali alla moda. La marcia sferragliante dei soldati e dei loro mezzi ci costringeva in quei posti luridi, umidi di alcolici, dove i marinai...
di Francesco Iannone
"Tramontare" si configura come un'epica del possibile, e pure dell'impossibile, dove tutto ciò che accade è anche il suo contrario
di Andrea Dei Castaldi
Il suo sguardo vorrebbe essere distaccato mentre è attonito, disorientato. E da qui deriva non soltanto l'originalità della sua voce, ma la sua oggettiva bellezza
di Cosimo Argentina e Orso Tosco (C. A. parla della genesi di Umè, e O. T. di quella di Bestïn, i due reportage letterari dedicati rispettivamente all'incidente dell'Ilva di Taranto e al crollo del Ponte Morandi di Genova
di Corrado Premuda
1.
Nonna diceva che si saluta con gli occhi, non con le parole.
Un amico d’infanzia ti saluta con la nostalgia di rivederti in quel bambino che non c’è più. A un amante basta un piccolo cenno per far tornare l’ultimo istante di intimità. Poi c’è il falso saluto dei nemici, ma chi ce li ha?
Scesa dal treno, il ragazzo mi sorride e dice ciao. Chiedimi qualcosa, la voce...
di Mauro Tetti
Il tre maggio del millenovecentoquarantatre le torri della città bastionata crollavano, i soffitti cedevano, tutta Cagliari veniva iscoveccada, così dice Zina, e io non l’ho mai capito cosa voleva dire iscoveccada fino a che non ho visto i video della città iscoveccada e ho capito che vuole dire scoperchiata, nel senso di togliere copertura, nel senso di distruggere. Zina dice che c’erano i militari della batteria antiaerea...
di Giacomo Sartori Confesso che quello che adoro più di tutto negli scritti di Magliani sono quelle sue frasi veloci e lapidarie di bellezza che spuntano qua e là.
di Eleonora Roaro "Uccidi l’unicorno", esordio narrativo di Gabriele Sassone, è nel contempo Bildungsroman, raccolta di memorie e saggio sull’industria culturale