di Monica Pezzella
Proprio di recente un’inchiesta di Vanni Santoni per L’Indiscreto ha affrontato un quesito che divide da anni i critici letterari: è possibile scrivere oggi un romanzo dei nostri tempi e del nostro Paese che, al pari del grande romanzo americano, potrebbe imporsi come “il grande romanzo italiano”?
Leggendo Leonardo Luccone e il suo La casa mangia le parole (Ponte alle Grazie) mi sono detta che forse eccola qui, una possibile risposta, che...
di Monica Pezzella
L'intermittenza azzurro pallido di un’insegna giù in strada; una camera d’albergo alle cinque del mattino. Ci sono un letto, un comodino in legno con le gambe curve, un armadio a un’anta, una scrivania col piano in vetro, una poltrona in pelle verde, la litografia della pianta di una città. Il letto è scomposto e le lenzuola sono aggrovigliate sulla sponda. Sandra ha poco più di vent’anni, è...
di Monica Pezzella
Due giorni dopo la nascita dei pulcini, la città si riempì di uomini che, con spazzole e secchi di colla, attaccavano i manifesti dei giochi. Tappezzarono il parapetto sul canale e la muratura dei palazzi vecchi. Tagliarono persino l’edera che ricadeva nodosa e fitta dalla cinta dietro la chiesa, per appiccicarli anche lì. Arrivarono nel buio del mattino, incuranti della notte tempestosa e del piovischio che l’acquazzone...
di Monica Pezzella
La perrera è un cunicolo scuro. Come la gola umida e tortuosa di una grotta, a un certo punto si snoda in due corridoi perpendicolari a un’anticamera quadrata e vuota. Questa stanza ha i muri lisci e lucenti simili a scaglie di metallo e, negli angoli in alto, grate lunghe e strette, spesso intasate da polveri vecchie e ragnatele. Ai tempi in cui la perrera fu costruita,...