di Matteo Ongari
Il momento concordato era l’intervallo tra il primo e il secondo tempo.
Appena l’arbitro fischiava e nello spazio aperto tra la tribuna e il cemento dei gradoni quel fischio diventava un lamento, ci alzavamo.
Scendevamo al bar, quello sotto la tribuna centrale.
Mio padre si faceva un caffè, l’ennesimo, o magari sorseggiava un mignon di Borghetto fumandosi una sigaretta. Io ne approfittavo per fare un salto al bagno.
La domenica, quando...