di Nevio Gambula
Ho conosciuto Michele Perriera per caso, quando mi venne in mano, in una bancarella di remainders, il secondo volume del suo Teatro (Flaccovio Editore, 1978-1982). Restai folgorato dalla lettura delle didascalie di Morte per vanto, una riscrittura del Faust di Marlowe: erano delle vere e proprie partiture, che non solo indicavano una precisa scansione dei gesti e delle intonazioni, ma esponevano un’idea precisa del lavoro dell’attore. Fu...