Piace la cioccolata
al piccolo demonio
non dividere in sillabe
la parola abominio.
Vuole il gesso nero
per scrivere alla lavagna.
Manda al cimitero
la maestra che si lagna.
Non vuole saperne d’ a, e, i, o, u.
Ama la ricreazione
il piccolo Zebù
A chi aspramente lo rimprovera
per qualche suo scherzo atroce
“L’ho imparato dagli uomini”
ogni santa volta dice.
Quando in petto lo strugge
un arcano bisogno d’amore
va a rubare all’emporio del gobbo
un lecca lecca a forma di cuore.
Factum loquendi
Strumentario «per vedere...
Ospito qui alcune poesie tratte da L'età dell'uva di Mattia Tarantino (Giulio Perrone Editore), insieme a un frammento dall'introduzione che ho curato per il libro.
***
La tua lingua è un palindromo interrotto
a metà dell’alfabeto e mai risolto.
***
In ogni osso cresce
un tuo osso; in ogni
vena si aggroviglia
il tuo sangue con il mio:
a sangue unito siamo casa e profezia.
***
Provengo dalla crepa tra le leggi,
dove i nomi usurano la voce, e la fortuna
è...
NOTA INTRODUTTIVA
Magdalo Mussio, In pratica
«Forse non spetta a te di portare a termine il compito, ma non sei libero di rinunciare.»
(Avot 2,21)
Un questionario, come luogo di una sollecitazione: «È ancora legittima la radice dell’inchiostro?». Non solo il come si scrive, ma lo scrivere stesso, malgrado le storture. Lo scrivere che si porta avanti per decifrare la qualità del proprio silenzio o del proprio arretramento.
Una nota appuntata altrove scompiglia ulteriormente...
di Daniele Ventre
L’opera seconda, o se si vuole ancora quasi prima, di Mattia Tarantino, Fiori estinti, ed. Terra d’Ulivi 2019, seguita a Tra l’angelo e la sillaba, per i tipi del medesimo editore (e risalente al 2017), segna il secondo tempo del momento di esordio di un autore giovanissimo (nato a Napoli nel 2001). In Fiori estinti di Tarantino, due connotati generici, che in parte si ravvisavano già nel...