di Matteo Quaglia Marina si innamorò di Cortazar fino al punto di chiedermi in maniera a dire il vero fin troppo esasperante di lasciarmi crescere barba e capelli, e se possibile, di crescere io stesso di una decina di centimetri
di Matteo Quaglia
Quello che posso aggiungere sul “filone cinema” è che di una tempesta di sabbia si può dire solo quello che ci è concesso quando il vento smette di vorticare e di sollevare i granelli, cioè che non ci si è capito un cazzo
di Matteo Quaglia
Mamma diceva sempre che non esiste solitudine, per chi non apprezza la compagnia. Secondo lei, per soffrire davvero, era necessario conoscere le alternative.
Papà era un tipo più pragmatico. Un campione dell’evoluzionismo darwiniano. Non solo perché ha modificato la propria caratura umana in modo direttamente proporzionale al lievitare della sua influenza nell’Apparato, ma anche perché è venuto a patti con lo stravolgimento di una vita, pianificata, fino a...
di Matteo Quaglia
C’è una mano che stringe la tua, le dita intrecciate nella presa degli innamorati.
Il divano-letto è un vascello di sconfinati ricordi, assorbe il sudore del tuo corpo e si tende sotto la calura estiva, che filtra dalla finestra spalancata sul cemento della corte interna.
Quel cemento coperto di catrame sta ribollendo silenziosamente e tu hai ancora l’orecchio destro tappato. Il divano-letto sembra respirare, sotto di voi.
Questa è la...