di Martina Germani Riccardi
uno, uno, uno.
provo a pensare solo uno
e passano i primi venticinque metri.
due, due
neanche metto la testa fuori,
neanche la giro:
voglio restare qui sotto
né per difesa né per fiato, solo per
stare con me.
tre, tre
ogni tanto ci prova, qualche parola, a venire su
tre, quattro
non le lascio spazio.
le braccia vanno come se dovessero tirare giù il
mondo:
posso guardare curvarsi la schiena della terra:
qui sotto
cinque
posso nuotarci sopra
cinque
entro piangendo, invece la fatica
mi educa il...