di Marisa Salabelle
Le donne erano sedute in cerchio nella piazzetta secondaria di Tetti, non quella principale, all’ingresso del paese, con le panchine e i tigli e la fontanella dell’acqua, e nemmeno quella della chiesa, che una piazza della chiesa propriamente a Tetti non c’era, c’era solo il prato davanti all’ingresso e il monumento ai caduti da una parte: l’altra piazzetta, quella oltre il vecchio lavatoio, nella zona chiamata Tetti...
di Marisa Salabelle
Tra i compagni Efisia trovò per la prima volta l’amore o qualcosa che almeno vagamente gli somigliava. La faccia di Carmine Signorello s’intravedeva a stento, tra capelli, barba e baffi, tutti neri e ricci. Portava un paio di occhialetti alla Trotszki, l’eskimo di ordinanza, jeans con le borse alle ginocchia, maglioni a trecce che gli faceva sua nonna. Durante le riunioni parlava e gesticolava molto. Era uno...
di Marisa Salabelle
Di tutti i libri pazzi e strampalati che ha scritto mio fratello Maurizio, La famiglia che perse tempo è forse il più pazzo e strampalato. L’ha scritto che avrà avuto, quanto, ventott’anni? Non lo so con precisione perché a noi non diceva nulla e in famiglia, che scriveva, l’abbiamo saputo in due occasioni: quella volta che la mia amica Benedetta mi fece vedere un numero di una...