Gentile Lettera al Rettore di Mario Sechi,
quando ti ho letta per un attimo ho pensato a quei generali della Grande Guerra che, in nome della loro alta concezione dell'onore, rifiutavano di chinarsi nelle trincee, si ergevano dritti e alteri, forti del loro grado, e finivano ahimè accoppati dai proiettili.
Non nego, Gentile Lettera, che di questi tempi volgari e confusi, in questa “società sciapa e infelice” (1), distinguersi per dignità...