di Marina Pizzi
1.
Ingrigisce la rosa purpurea
Prende vigore la paura
L’insania balorda della lurida
Sconfitta d’indirizzo.
A me non resta che il panico gemello
L’ilarità contesa da ladroni
Sirenetti di spiagge senza dune di giglio.
Gerundio epocale perdere gli anni
Le elemosine perpetue dell’attesa
Quando si muore lentamente singoli.
Vetuste entità quest’avvenire
Liso. Panico strenuo nudo attendere
L’arringa della difesa
Ma ormai è tardissimo.
Festività conserte l’esercito in morte.
2.
Ho perso il viaggio strette ore
Tremendi astucci tutte le tane
Crepuscolari. Scolari solari
Le ali...
di Marina Pizzi*
Per ognuno di noi che acconsente
vive un ragazzo triste che ancora non sa
quanto odierà di esistere.
- Franco Fortini, "Complicità" (1969)
1.
Unica tregua somigliare al fango
Alla migliore traccia di sangue
Per sconfiggere speranza con l’anemia
Del balzo tenerissimo con la concreta
Realtà di andarsene finalmente superstiti
Bonari. Di te non credo la vitalità più bella
Né la cometa azzima di luce
Perché la ressa delle rondini è soqquadro
Sul finire dell’ultima cimasa.
Non resta che pagliaccio...
di Marina Pizzi
1.
in un ospizio di foglie
la pigrizia dell’angelo.
si secca la gioia di dio
pertugio di lacrime.
incline al giocondo arenile
balbetta d’eco la conchiglia.
in mano all’armonia dell’inguine
resta la giara senza l’olio santo
prosciugato dal resto del mondo.
mandami un calesse avrò già pianto
nel dilemma scortese del fango.
è tutta qui la resina del dubbio
quando la casa crolla tutta sicura
di stare in piedi. i duri fratelli
hanno lasciato la casa dopo il saccheggio.
in un tuono di...
di Marina Pizzi
1.
è qui l’altrove del rantolo di fame
questo statuto che sa di Colosseo
verso i cani bastardi, randagi quanto
un dì del mese scorso. scorribanda
di eclissi starti accanto io che ti amo
oca di mamma guardarti nel passo.
dove ti ammacchi io so che mi ami
ugualmente lo stesso e senza ansia
bambina darsena col cerchio senza avaria di salto.
viadotto della cometa chiedere asilo
ai quartieri proletari dove i tarli ammucchiano
e le madonne scempiano. io...
di Marina Pizzi
1.
la mia sciarpa è un tragitto lontano
uno scalmanato talamo di nebbia
dove è agreste il cielo e logica la tana
di perdere la vita.
rotta anemia della città calva
senza nidi di cuccioli cantanti
né elemosine badanti il veritiero
abbraccio. s’intani il mio straccio
che non vede né attende nulla.
la maestria dell’alba bada a non
gridar di troppo le rondini bambine.
le grotte scialbe come fandonie
dove ristagna il secolo al petrolio
espanso. la fatica senza saliva
delle mie...
di Marina Pizzi
1.
in un gravame di addio voglio andarmene
dondolo del caso sorso di abbandono
dono sul comunque di non essere
né senso né gelo di cometa.
in mano alla stazione del fu gusto
sto nel trabiccolo del polso
a rivendicare un chiodo di garofano
fannullone quanto vano sul comunque.
è qui che resta il greto dell’ultimo
fiume, il maestrale stravolto ed il cerchio
cattivo della rondine bonaria.
9.
e sarebbero da leggere le voci
delle casette che tremolano nel vento
nel...
di Marco Giovenale
Qua e là in siti web e riviste di letteratura si legge che la scrittura sperimentale, e specialmente la poesia di ricerca, sarebbe "egemone" nel nostro paese.
Trovo sia assolutamente fondato. A fatica la mattina mi faccio strada, in tram, fra gente che tiene ostentatamente aperto davanti a sé "il verri"; alcuni per tutto un viaggio in bus godono a infastidirti urlando al cellulare i propri progetti di...
di Marina Pizzi
1.
la giacca della rupe l'ho messa
accanto alla culla. così si capirà
che non è nascita essere bambini
i ragazzini con le caviglie esangui
le lunghe nuche senza fidanza.
in palio non c'è niente se non vedetta
di vendetta guardarci dritti negli occhi.
un compagno di asilo è stato ammesso
a fischiettare con le rondini. questo il
buono che si staglia tutto fecondo e dotto.
una minaccia di pioggia fa da tara
all'abaco che non conta che sfila
il...
di Marina Pizzi
(la prima e la seconda parte si possono leggere qui e qui)
51.
respiro un angelo con il diario in faccia
la luce sotto spoglie di rugiade
quella la diga con la voce del padre
morente, e le lentiggini bambine
senza amore, tra le spirali
d’ansia e l’ecumene culla.
cura del salto spargere la voce
verso il sodale strato della terra
terriccio universale starci accanto.
52.
era che mi finì la vita
in un intruglio di scarpe
gettate nelle scarpate.
per...
di Marina Pizzi
(la prima parte si può leggere qui)
26.
questo mancino manico del porto
le pergamene del giro della terra
le malinconiche funi del maiale,
l’ira del tavolo zoppo
fa rovesciare i bicchieri,
le pallide energie del tema in classe.
27.
una stazione che orbiti la secca
dalla lezione degli occhi bruciati
in tenuta da asfalto per resistere
le temperanze delle spine in tasca.
sparuta canottiera questa viandanza
braccata dalle rocce della lenza
che fa abboccare scarti le rondini.
quale manciata di...
di Marina Pizzi
…. il cane gioca
a eludere per volere
il cappio che ha
MARCO GIOVENALE
1.
stagioni al pane
critica e memoria
dove la casa in estro di giostrina
secca le stanze che si stanno atee.
in meno di un marsupio
il nodo della corsa
per rivedere il sasso
che mi portò sott’acqua
dalla canoa più sciatta
alla novellina tanica di fuoco.
2.
un mansueto sconfitto intorno al coro
del subìto abito da sposa
bifronte anemone di amore
corto nel corto fuso del mondo tutto.
tu m’incedi in...
di Marina Pizzi
246.
in un gioco di penombre la breccia della leccornia (la tavola imbandita) per convincere il sole a farsi dominante così da poter sbattere le coperte in piena pace dal balcone.
247.
le rivalità dell'ombra giochicchiano imbattute
248.
con il limite degli occhi ci guardiamo in cagnesco
249.
con una biglia so giocare come fosse un anfiteatro
250.
col mento nella fossa sento piangere
251.
la culla è in un angolo, ora serve da fioriera,...
di Marina Pizzi
152.
E’ qui che mi si dà il soqquadro dell'amarezza al tasto che tutto può nei tasti gemelli di genesi con esito diverso. Si formano le parole e le guardo nel leggerle con la fratellanza del mito, con il polso gonfio di evocarle musiche al calendario da stracciare a poco a poco.
153.
Alla bocciofila c'è un'unica donna campionessa di lancio e di stecca quando gioca al biliardo. E’ molto...
Maria Grazia Calandrone
Il ciliegio quell’anno aveva un male nel corpo
a fiorire, come
se inclinasse una chioma innaturale
verso un mondo che non vagliava
le cavità del mondo (...)
Alessandra D’Agostino
dieci mattoni
uno sopra l’altro
stucco a farcire (...)
Giovanna Frene
«Il nervo scoperto della nostra virtù: la vita
separata in due frammenti incoincidenti,
la dignità del mondo attraversata
come una scorciatoia» (...)
Florinda Fusco
conto le ossa ...
Un progetto di Luigi Pingitore
Sono passati 38 anni da Il Meridiano di Paul Celan.
Quel discorso, pronunciato in occasione dell’assegnazione del premio "Büchner", fu tra le tante cose una riflessione lucida, tutt’altro che dogmatica, e piena di strazi, sul significato che Celan attribuiva al proprio fare poesia; in un’epoca in cui la poesia aveva ampiamente dismesso la propria identità millenaria.
Otto poeti italiani. Oggi. Che abbiano già esordito (quindi con almeno...
di Marina Pizzi
33.
dove è calesse il nido del cervello
quando se lieta la manciata di sabbia
torni al vagito di tutto innamorare:
quasi marsupio il sibilo del nodo
mai più di pianto lo scoscendere
34.
le invenzioni
si veda a pagina uno il varo di chissà che!
il canestrello alla merenda
il secchiello con l'acqua di mare
l'indovinello sulla punta della stella marina
il viso con l'espressione da inventare
le carezze votive per partorire
finezze di gratitudine il cielo
le cimase materne di...
di Marina Pizzi
1.
sulla scrivania alla voce lacuna
è nata un'edera così che il tormento
dell'ignoranza superi la ronda
dello steccato faccia scempio
di corsari d'ascia
2.
tortorelle e lucertoline si scamperanno?
dal livore del vuoto comandamento?
in punta di agave ti chiedo
un gerundio di venia per un cerchio
di bontà la nullità del fulcro ludico.
dove sarà convenuto-conveniente
il carattere del vento?
3.
gioiette le derive
i piedi alla bàttima sborniati di sale
fanno i sapienti non formano orme
spassano in spuma seducono stelle
4.
Lotte di...