di Marco Mantello Quando la casa era quasi vuota / e la cagna era quasi morta / e era rimasta soltanto la lavatrice / perché gli scatoloni erano tutti via...
Elisa Davoglio /
Viola Amarelli*
...A Paterson è consentito accendere per l’ultima volta un computer, per togliere il suo salvaschermo.
Gli concedono di raccogliere semi, travasare terra dai grossi vasi che ornano ancora l’ingresso, monumentali.
La cura del verde, la predisposizione all’ordine, alla santità.
La purezza di ogni peccato. Piangendo una sola volta.
Paterson cerca istruzioni utili per la crescita di legumi, e di altre piante da fiori.
Si è convinto che non vuole morire.
198 casi...
di Marco Mantello
Certo che lo fu. Il governo di un blog
costruire una rete di relazioni
dove tutti potevano argomentare
i vaffanculo al comico. E chiamarlo re.
C’era un numero, un formato
e una chiara organizzazione del dato.
Ogni campo stringeva le maglie
in base a regole di maggioranza
mentre fuori proiettavano The Fog
A non essere deliberati mai
erano i caratteri, i disegni, gli smile.
Si insomma in una parola: i mezzi
li stabiliva il programmatore
con una netta ostilità...
Riflessioni su poesia ed esperienza, a partire da una recente antologia dell'Illuminista.
di Marco Mantello
Il tempo futuro è contenuto, tutto ma proprio tutto, nel tempo passato? E davvero il talento individuale deve per forza correlarsi a una data idea di tradizione, ora italiana,ora europea, ora occidentale?
Ora un'idea di talento individuale come perenne fattore di rottura rispetto ai fantasmi del 'sublime aulico' e del 'naturalismo', sulla base di un'inconfessata linea di...
di Marco Mantello
C'è qualcosa di grottesco nelle ultime rivelazioni giornalistiche targate Bunga Bunga ed è il “come”. Se cadrà qualcuno, sarà l'Icona, non certo il sistema di potere che c'è dietro all'Icona, il Vaticano, la Brianza e il Nord Est interiori, le mafie e i reality show. Mi disturbano, non poco, le modalità della caduta, l'idea che l'importante è farlo cadere, perché penso al 'dopo'.
Certo poi l'icona si...
di Marco Mantello
Passavano in camicie a scacchi, pantaloni neri e Doctor Martens. Con Rumore Bianco nella mano destra, con i loro denti spezzati a dieci anni durante la partita di minibasket trascorsa in panchina, con le loro braccia bloccate a quarantacinque gradi, dentro un gesso coperto di firme con le stelline e disegni di Paperino, con i loro compagni di banco suicidati a ventidue, con i loro fratelli maggiori...
di Marco Mantello
L'undicesimo comandamento recita:
Non bruciarti di nuovo la vita
a violare le leggi marittime.
Quelli salgono, sparano, estraggono
le prove solite dell'innocenza
portate apposta per l'occasione.
Non risultano italiani fra le vittime
Tutto il resto è televisione.
*
Gli israeliani sono geni militari
e non solo economisti straordinari.
Sotto gli occhi spalancati di un sistema
che distingue gli innocenti
dai militari e dai terroristi
vai sicuro con i turchi pacifisti.
Con i turchi, essendo turchi,
ci sarà sempre il fondato sospetto
di qualche -ismo...
di Marco Mantello
Erano nudi e grandi. Sopravvissuti ai soldati
e ai superattici in centro
comperati coi soldi delle missioni
e la retorica dei cognomi. Erano colpevoli e innocenti
Producevano lo stesso effetto. Dichiarando diverse intenzioni
Erano due bombe intelligenti. Deflagrate nei giorni di ferie
E se le vite dei militari
rifiorivano sul tuo petto
i civili rimanevano sepolti
sotto alle sue macerie
***
Le persone, come i tuoi seni
non hanno mai lo stesso peso
e diverso ovviamente è il valore
quando gli...
di Marco Mantello
Ho perduto la memoria
sopra un libro di storia
negli archivi di Stato,
tra le glosse, i manoscritti
e gli altri resti del passato.
L'ho perduta e me ne sono ricordato.
Però prima
di sapermi commemorato
in qualche regia università
dove pure avrò insegnato
ti volevo far vedere
quella roba che scrivevo
e che forse sapevi già.
Molto diversa, è vero,
dalle cose che adesso ti scrivo
ma volevo sentirlo, il tuo parere.
Così domenica, nel vivo
di un pomeriggio passato a dirlo
io li...
di Marco "P.N." Mantello
Il mio cane si chiama Schiller
e ha due occhi più rossi
della prima internazionale.
Con i calli sui gomiti sale
e gli tremano le zampe posteriori.
Dentro al bosco, al di là della case
le carcasse degli Schiller precedenti
custodiscono ancora i cuori
di padroni adolescenti.
Il mio cane è cardiopatico e noioso
e gli cadono pure tre denti.
Quando sento gridare il cardillo
entra il ghiaccio e l’orecchio
mi si drizza. Invece il suo
sordo e immobile. E’...
di Marco Mantello
(Nel teatro di Epidauro
davanti a una folla di pietre
sotto un sole che un po’ le spaccava
c’era un giovane dinosauro
e nel mezzo dell’estate
si estingueva mano a mano che parlava
Lo chiamavano in gergo:
-Interfaccia fra l’azienda e la clientela-
La sua statua di buddha nel bagno
il ciddì di Enrico Rava
e un amore passionale per la vela.
Il teatro ha la sua animazione
e le pietre lo stanno a guardare)
‘Convitati
L’idea di libertà
te la...
di Marco Mantello
Il territorio
Nel mondo dei primati
che a soli vent’anni
sono tutti arrampicati
sopra gli alberi di una foresta
e a soli vent’anni
si ripetono che questa
è soltanto una crisi nervosa
Attraverso la violenza
di quelli che a soli vent’anni
battono forte le mani sul petto
contro l’ultimo attacco del cuore
io vorrei poter dire qualcosa
che non fosse quel solito appello
alle storie che fanno pensare
o una stupida voglia di amore.
Ma la gamba comincia a far male
mi si è...
di Marco Mantello
Candido 1984
Mi sono rotto, fratellone
di essere una Bburago o una Ferrari
che la devi caricare con lo spago
perché prenda la sua direzione.
Mi sono rotto, fratellone
di viaggiare a fari spenti,
di E.T., dei videogiochi Atari,
del mio Commodore vic venti.
Mi sono rotto, fratellone
di equazioni così lineari
del tipo:
Mi sono rotto, fratellone
del tuo ultimo diario e di Simone
l’orsacchiotto che da sei generazioni
dorme sotto allo stesso cuscino.
Mi sono rotto, fratellone
del tuo strano rapporto...