di Marino Magliani Era il settembre del 1985, quando Calvino morì, e io mi trovavo in Spagna ormai da
alcuni anni, vivevo rigorosamente di notte e d’estate, spostandomi dal caldo della Costa Brava a quello dell’inverno canario o verso estati australi.
di Luigi Marfè
In uno dei suoi racconti più fulminanti, Del rigor en la ciencia (Del rigore nella scienza, 1946), Jorge Luis Borges immagina un impero i cui cartografi si propongono di disegnare la mappa più minuziosa che il mondo abbia visto. Ma ogni volta, al cospetto di quel collegio di saggi, qualunque tavola topografica risulta manchevole e inesatta, tanto da richiederne un’altra, e poi un’altra, e un’altra ancora, finché...
Il paese degli uomini umidi è situato dietro il sole, in un angolo del mondo sbiadito dall’oblio.
Vuoto e desolato dorme il suo metafisico male di abulia sotto un’eterna cappa di muschio verniciato da poco e fresco di rugiada.
Rugiada: lacrima versata da un ricordo che respira nella buia alcova dell’anima come una farfalla di luce.
Nessuna geografia contiene il profilo del paese degli uomini umidi, perché il paese degli uomini umidi...
Immerso nel suo pessimismo, scavato dai più grandi demolitori meccanici moderni, affondato nel più profondo nulla delle nuove dottrine, trascinava la vita nella più nera solitudine.
Era come morto, chiuso tra le pareti di casa, giorni interi senza voler vedere o parlare con nessuno, portato dalla corrente rovinosa del suo secolo. Pensava a se stesso, agli altri, alla miseria di vivere, all’amore (un maldestro richiamo dei sensi), all’amicizia (un disastroso...
di Mauro F. Minervino
Esiste su Horacio Quiroga un giudizio lapidario, e forse un po’ malevolo, formulato da J.L. Borges nel 1945: «Ha scritto racconti che aveva scritto meglio Kipling». Non esattamente una riduzione, però. Essere secondi a Kipling non avrebbe dovuto offendere il talento letterario di nessuno, specie se una simile graduatoria fosse stata stilata da un genio della letteratura universale come Borges.
In realtà già il «New York Times»,...
di César Vallejo (traduzione di Marino Magliani e Riccardo Ferrazzi)
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Paco Yunque guardò il maestro che scriveva sulla lavagna. Chi era il maestro? Perché era così serio e metteva tanta paura? Yunque continuava a guardarlo. Il maestro non assomigliava a suo padre o al signor Grieve. Assomigliava più agli altri signori, che venivano in casa a parlare col padrone e avevano la collottola piegata e il naso come...
di Adrián Giménez Hutton
“Bruce Chatwin, quando l’ho conosciuto, aveva l’aria di un rappresentante d’altri tempi di Sua Maestà britannica. Aveva un che di imperiale, o forse di imperioso. Tra il sobrio ma sorridente ambasciatore di Sua Maestà e il conquistatore di bottino. Haltung, direbbero i tedeschi. Portamento. Posa. Decisione. Il prototipo dell’europeo che mette piede sulla terra coloniale. Non come un Francisco Pizzarro, allevatore di maiali e bestie cristiane....
Ritrovare il vento delle strade
di
Luigi Marfè
“Eterni viandanti sono i giorni e i mesi, e gli anni, che vanno e vengono. Chi trascorre una vita fluttuante su una barca e chi accoglie la vecchiaia con in mano la briglia di un cavallo fa del viaggiare la sua dimora”, ha scritto Matsuo Bashō, poeta e viaggiatore giapponese, instancabile maestro di haikai, percorrendo a piedi il sentiero del nord, verso l’allora remota...