di Giacomo Sartori
Il rilevatore che arriva nella corte della masseria è stanco, si domanda che senso abbia questo suo accanimento a nutrirsi di vento. La costruzione settecentesca ha una loggia aperta alla brezza della valle, e le chiazze di sole sulla facciata e sulla signorile terrazza fanno pensare a un acquerello inglese, ma proprio davanti sono stati eretti due capannoni di cemento armato per le galline. E anche la...
di Giacomo Sartori
Il treno rallenta sempre di più come arrivando in stazione, ma nell’umidume d’alabastro del mattino si susseguono ennesime periferie senza attrattive e come invecchiate precocemente. L’uomo fissa i sandali della viaggiatrice seduta di fronte, e le domande gli restano impigliate dietro la lingua, riesumando simulacri che credeva ormai sepolti sotto metri di macerie. I sandali della ragazza sono sandali sfiancati da lunghe marce, ma i piedi sono...
di Giacomo Sartori
Adesso suo padre scompariva anche tutti i pomeriggi. L’anziana con il viso butterato ma ancora piacente transitava sul bagnasciuga senza guardare nella loro direzione e scivolava con il suo passo ostentatamente allenato verso il promontorio. Lui dopo un po’ chiudeva il Corriere della Sera, e con una faccia da persona che non sa bene quello che farà si avviava dalla stessa parte. Un po’ alla volta diventavano...
di Giacomo Sartori
La prima sera le aveva solo augurato la buona notte attraverso la porta socchiusa: dopotutto all’università si erano conosciuti quasi solo di vista. La seconda invece entrò nella camera con le travi a vista e la finestrella di arenaria affacciata sugli oliveti ostentatamente indifferenti alla prossimità della nobile e cesellata città. Lei sotto il lenzuolo del tatami matrimoniale era completamente nuda. La sua pelle era elastica e...
di Giacomo Sartori
Aveva saputo che sarebbe avvenuto con lui fin dalla sera che l’aveva visto vomitare sulla moquette del corridoio. Vomitava con una dedizione pacifica e distaccata, tirandosi ogni tanto pigramente indietro i fluenti capelli biondi, come si immaginava vomitassero gli arcangeli. La sua non era stata una decisione, era una certezza che le s’era avvinghiata ai polmoni, come un seme che germina casualmente in una data zolla e...
di Giacomo Sartori
Gli aveva intimato di venire seduta stante. Ma lui non poteva muoversi subito, stava preparando un esame molto importante. Partì due giorni dopo in un molle vorticare di fiocchi. Lei venne a prenderlo alla stazione assediata da muraglie di sale ghiacciato, e per tutto il tragitto in autobus lo baciò sulla bocca sfregando il bacino contro il suo sesso. Aveva sempre dimenato come un serpente il bacino...