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lirico

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Callimaco – Epigramma

trad. isometra di Daniele Ventre   Io lo detesto  il poema del ciclo e nemmeno la via dove s’affanna su e giù fitta la folla mi va. Spregio l’amante che in giro si dà, mai da pubblica fonte bevo, le volgarità tutte mi nauseano. Bello, oh sì, bello, o Lisania, sèi tu, ma già prima che a voce l’abbia gridato, ripete eco: oh, ma tuo non è più!

Inedite

di Daniele Ventre 1. Sarebbe dolce salpare seguendo i sussurri pianitra fuochi lungo le rive d’oceani e cuori di palma:cullati su un legno lieve abbandonarsi alla calmapiatta dell’onda tranquilla fra scie di sogni lontani. Ma il gioco si chiuderebbe secondo il copione anticodegli albatri zoppicanti fra risa di marinaifenici (alla fine muti fra allegri canti di laiinghiottirebbe noi tutti ingordo il gorgo lubrico).  2. Mi chiedi poi se le vocisappiano prendere normae carne viva...

Callimaco – Aitia – Prologo dei Telchini

Sempre i Telchini, che mai della Musa furono amici, rozzi che sono, sul mio canto rimuginano, solo perché non lo tesso continuo un poema che narri, lungo migliaia di versi, o delle imprese dei re o degli eroi primigenii, ma in piccolo spazio mi volgo, come un bambino -e non ho pochi decenni d’età. E tuttavia voglio dirlo, ai Telchini: razza spinosa, roderti il fegato è ormai l’unica tua abilità: so che i miei versi son pochi:...

Il trecentista da riporto

di Andy Violet Per te risulto antico e medievaleun vate con in mano piume d'ocache scrive nottetempo a luce fiocasulle pelli essiccate d'animale non come te, scrittore minimaleanarchico poeta che dislocai versi come vuole e per sé invocala morte di ogni regola formale. Ristagno nei lirismi primitiviun vezzo che al tuo gusto appare sciaponient'altro che conati compulsivi di trasformare un testo in rompicapomentre tu hai conquistato quando scrivila sacra libertà di andare a...
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