Marino Magliani intervista Giuseppe Conte Io lavoro intorno al mito dagli anni Settanta del secolo scorso, quando mi ribellai, allora davvero solo in Italia, allo strapotere della cultura analitica, della semiologia, del formalismo, una cultura che avevo attraversato come allievo e poi assistente di Gillo Dorfles alla Statale di Milano.
di Giacomo Sartori I viandanti assetati di bellezza avevano gli occhi freschi e curiosi, guardavano con deferenza i porticcioli e le chiese e le case, ma spesso anche le agavi e le querce e le rupi. Sapevano scovare il fascino anche dove chi ci abitava non lo sospettava, per esempio nell’architrave di castagno di una porta decrepita o nell’acciottolato di un carrugio.
di Marino Magliani Era il settembre del 1985, quando Calvino morì, e io mi trovavo in Spagna ormai da
alcuni anni, vivevo rigorosamente di notte e d’estate, spostandomi dal caldo della Costa Brava a quello dell’inverno canario o verso estati australi.
di Giuseppe Raudino La vera sorpresa di questo romanzo è dunque l’orizzontalità della Liguria, questo arco che tanto somiglia a un sorriso sottosopra e che viene percorso da destra a manca e viceversa lungo i binari ferroviari.
di Italo Calvino Quello che oggi è facile, domani potrà essere difficile. Bisogna evitare che le cricche reazionarie, asserragliate nelle pubbliche istituzioni, si organizzino per la resistenza, come pattelle che si attaccano allo scoglio se non si è lesti a staccarle. Bisogna evitare che dette cricche usino della compiacenza di qualche partito dalle vedute incerte per rientrare nell’agone politico ...
di Marino Magliani Oltre Sorba, nascosto nella campagna perché raggiungere la città in quel buio era impossibile, Secondo attese l’alba. Giunse a casa verso mezzogiorno, stanco, accaldato, perché più di una volta aveva perso la strada, come all’andata.
di Marino Magliani, Laura Guglielmi, Guido Festinese e Emilia Marasco Perché in fondo Genova è un isola, sotto il doppio assedio del sale e della pietra, assedio perso in entrambi casi, e chi scrive da Genova è un isolano.
di Giacomo Sartori Confesso che quello che adoro più di tutto negli scritti di Magliani sono quelle sue frasi veloci e lapidarie di bellezza che spuntano qua e là.
di Marino Magliani Se mi chiedessero di far tornare Dante da qualche parte su questa terra, mi piacerebbe fosse in Liguria, il luogo preciso non importa ...
di Marino Magliani
Il collante delle mie storie liguri è la vergognosa verticalità cui è stato sottoposto un io narrante sofferente di vertigini. Costretto all'esilio, la via di fuga dai carruggi e dai ponti in salita gli ha provocato una specie di euforia, o solo di corsa scomposta da poppa a prua, a bordo di un traghetto diretto ogni giorno in Corsica. Poi notturne esperienze da spiaggiato, lungo coste più...
di Bruno Morchio
«Della scomparsa del passato ci si consola facilmente,
è dalla sparizione del futuro che non ci si riprende.»
Amin Maalouf
«Che vuoi capire?»
«Che cosa è diventata questa valle.»
«Non ti seguo.»
«Crolla un ponte, muoiono quarantatré persone, sotto ci sono case e strade dove la gente vive, tira la carretta, sogna, s’innamora e magari mette al mondo dei figli.»
«Cosa ha di speciale questa valle, a parte il fatto che si è vista...
di Marino Magliani
Non è esattamente come se il mare, nei romanzi di Bruno Morchio, finisse per essere altro, ma come se l’autore andasse oltre l'immagine di puro contraltare alla costa, siano romanzi ambientati in Liguria, a Genova soprattutto, in Sardegna, o, in parte, in cittadine della Riviera come Pieve Ligure, ad esempio Uno sporco lavoro (Garzanti, 2018), l'ultimo pezzo del mosaico, con un protagonista, Bacci Pagano, che al solito...
di Giacomo Sartori
In Prima che te lo dicano gli altri di Marino Magliani (uscito da poco per Chiarelettere) un protagonista di un’età non facilmente precisabile, scopriamo poi che ha cinquant’anni, vive in un piccolo paese di una valle della Liguria. Acquista all’asta un rudere, perché lì ha vissuto moltissimi anni prima l’argentino che proprio in quella casa, e per una estate, gli ha dato ripetizioni e si è occupato...
di Marino Magliani
Boomerang
Quando ti penso è perché non ti vedo
non perché mi manchi.
E se da quassù getto uno sguardo
la tua bocca triste inventa un sorriso.
Liguria tutta vallate l’una afffianco all’altra
come un pettine rotto.
La vergogna non è di essermene andato via
dai tuoi costoni bruciati. Ma tornare
a questa fetta di anguria morsa male
e tornare a capire che era all’alba
quando dovevi salvarmi dal furore
del mare.
Pensa alla tua forma di boomerang,
alle rincorse nel...
di Giacomo Sartori
In questo ultimo romanzo di Marino Magliani si ritrova una miriade di elementi che popolano i suoi testi precedenti lunghi e brevi, e chi è famigliare con la sua opera incessantemente in divenire e nello stesso tempo impantanata su se stessa ben li conosce. Come succede con gli altri autori che ritornano ancora e ancora sugli stessi avvenimenti non si ricorda con precisione dove si è già...
di Marino Magliani (con una intervista a Fabrizio Piumatto)
A Fabrizio Piumatto a volte scappa il tentativo di raccontare il nostro tempo attraverso una serie di segni. Qui di seguito propongo una scelta di tavole da quello che l'autore chiama Urlo Grafico.
Il volume da cui provengono le tavole è il Book n° 4, Anno 2015. Piumatto lavora a un libro all'anno, e lo fa a partire dal 2012. La casa...
di Marino Magliani
Tanto tempo fa, con una certa regolarità, mi capitava di frequentare un bar alla Spianata di Borgo Peri che assomigliava a quei locali della California, anche se io in California non c’ero mai stato. La vetrata dava sulle palme, e là sotto c’era il mare che faceva rabbrividire l’aria e le cose della riva.
Erano gli anni Settanta, di Calvino avevo letto La formica argentina, di Giuseppe Conte...
di Marino Magliani
Preso posto sulla corriera per Caprasottana, il geometra P. Prensotti aprì il suo libretto su Santa Maria Maddalena.
Pensò a un torrente lontano, ma poi successe una cosa che gli tolse il sorriso: si era accorto che i passeggeri maschi usavano uno strano protettore di cuoio, un cinturone, evidentemente a doppio uso, che reggeva regolarmente i pantaloni e nello stesso tempo proteggeva i genitali.
Prensotti notò che anche l’uomo...
di Marino Magliani
Da casa sua il mare non si vedeva, bisognava attraversare un ponte romanico, poi risalire la mulattiera fin su dove non cresceva nulla, giusto l’erba tra le pietre.
Sui libri che raccontavano certi posti fatti di terrazze, scogliere e chiese sconsacrate, c’era scritto che il mare si intuiva attraverso la luce. Ma lui attraverso la luce un mare non era mai riuscito a coglierlo. Ci aveva provato a...
di Marino Magliani
La sala ristorante è quasi vuota. Mangerò un panino al bar. Non sarebbe più aperto, ma gli olandesi amano fare questo genere di strappi per mostrare che sono tolleranti. Al mio fianco c'è una signora non alta, anzi piuttosto piccola e molto bella. Il cameriere mi serve altrove, e prima del panino mi mette sul tavolino la tavoglietta di carta. Avrei mangiato al banco, avrei fatto volentieri...
Un padre e figlio, durante la primavera del ’73 (Marino Magliani)
Questo era ciò che pensava. Se il padre gliel’avesse detto apertamente che così non poteva durare, che se non studiava poteva andare con lui in campagna, il ragazzo avrebbe preferito. Ne poteva nascere un discorso. Ma il padre entrava in casa e taceva.
Non doveva essere facile, pensava il ragazzo. Il padre portava in casa l’odore della campagna, si lavava...
di Marino Magliani
(mi è sempre molto difficile scegliere un passo da postare in un testo di Magliani, perché vorrei poterne poi aggiungere anche un altro, e poi un altro ancora ... e insomma mettere tutto; e con questo "Il canale bracco" più che mai; sempre i suoi ingredienti minimi, di disarmante pedissequità, e qui forse ancora più titubanti, quasi sfiancati, e più autoironici, ma poi i soliti improvvisi e abissali corti circuiti, gli...
di Marino Magliani
Questa è la storia di un contadino ligure al quale se chiedete brav'uomo, cosa fate nella vita, non vi potrà neanche dire che fa il contadino, perché qui si sono rubati persino le parole. Vi dirà semplicemente che va in campagna. Cosa fate brav'uomo, su e giù per queste frane polverose e appese? Vado in campagna. Qui le frane erano una cattedrale, immaginate lunghi muri a...
MM Il mare. Dalla Liguria dei costoni rivolti all'opaco, è lì ma è più dei turisti che tuo. Troppo facile. Il mare non si risolve mica così, con una battuta. Alla fine quelli come me non ci si mettono neanche, manca il coraggio. Provo a dirmi: sei stato mozzo sul Corsica Ferry, qualche mese... Ma il mare? Non è andarci noi, esplorarlo, è farlo emergere. Era questa la sfida,...
di Massimo Angelini
Non si conserva il patrimonio varietale se si dissolve il tessuto rurale che lo ha generato, conservato e fatto evolvere: non ha senso recuperare i semi se si estirpano i contadini.
Per conservare la diversità delle piante agricole e il patrimonio di varietà e razze tradizionali, bisogna che nelle aree rurali e montane soggette a spopolamento funzionino le scuole per i figli di chi ci vive. E i...
di Massimo Angelini
“Le varietà tradizionali stanno scomparendo”: così si dice e, per dare un esempio e un’immagine, si aggiunge che dove a fine Ottocento si contavano trenta tipi di mele oggi se ne trovano sì e no quattro. Certe affermazioni le sento di frequente, ripetute quasi per inerzia, non tanto perché si conosca con certezza di cosa si parla, ma perché va bene pensare che sia così. Ma non...
di Massimo Angelini
Nel deposito delle parole che formano la nostra lingua, per dire di qualcuno che è rozzo, grossolano, o maleducato, o comunque per denigrarlo, si usa un termine che, se vai a vedere bene, vuole dire “contadino”: per esempio, “villano”, “burino”, “bifolco”, “terrone”, “cafone”, “buzzurro” e così andando.
Risalendo all’origine delle parole: villano è l’abitante della villa, dell’insediamento rurale; burino, chi usa gli attrezzi agricoli; bifolco, il guardiano dei...
di Giuseppe Conte
Due elicotteri e 200 carabinieri in azione prima dell’alba, sul cielo e per le strade di Ventimiglia. È un dispiegamento di forze che fa pensare a una azione di guerra. E di guerra ormai si tratta. La’ndrangheta: vi ricordate la smorfia tutta ligure di fastidio con cui Sandro Pertini pronunciava questo termine?
C’era in quella smorfia la riprovazione e l’orrore che dovevano essere riservati a un fenomeno paragonabile...
di Giacomo Sartori
Marino Magliani ha colpito ancora. A giudicare dalla collana, “Ciclopolis” (che così si autopresenta nel risvolto: “La collana ospita libri che raccontano le città attraversate a pedali”) e dall’editore (Ediciclo), questo suo Amsterdam è una farfalla, dovrebbe trattarsi di una guida turistica velocentrica. Bof, si dice l’appassionato di testi maglianici, dove sono transitati davvero tantissimi muri a secco liguri, ma pochissime o punte biciclette. L’inizio, per molti...
di Giacomo Sartori
GS Tu sei originario della Val Prino, in provincia di Imperia, una zona aspra ma anche dolce che è presente marginalmente anche nell’ultimo tuo romanzo La spiaggia dei cani romantici (Instar Libri, 14 euro), che pure è ambientato in Argentina e in Spagna, così come in un modo o nell’altro in tutti i tuoi romanzi precedenti. I tuoi personaggi vengono però sempre da altrove, o partono per...