di Orsola Puecher
Qui sotto i nostri piedi, dalle radici di alberi e fili d’erba in giù, se potessimo avere il dono di penetrare il terreno in una ipotetica immaginaria stratigrafia, vedremmo i resti di una città ferita dai bombardamenti.
di Giacomo Verri
Beppe Fenoglio appuntava, su fogli recuperati dalla vita quotidiana della famiglia, i propri ricordi partigiani. Ricordi accesi, ancora attaccati alla carne. Ma con parole cercate tra tante e tante per dire un’esperienza eccezionale. Eccezionali, le esperienze, solo per chi le vive. Gli altri non le hanno esperite e non le esperiranno mai, ne sentono parlare, ne sentono i verbi fremere nell’aria, sono come il povero contadino che...
di Davide Orecchio
C'è una casa nel corso del tempo dove un uomo non parla, un bicchiere di whisky sta sulla libreria scura, una sigaretta accesa sta sul bordo dello sgabello, un televisore trasmette gli anni settanta, un bambino squaderna sul pavimento il libro di Gianni Rodari, una palla rotola sul parquet scheggiato, un gatto entra dal terrazzo, centinaia di volumi crescono negli scaffali fino al soffitto: di letteratura, storia, teatro,...
Come ad altri indiani, mi è accaduto di scrivere sulle pagine di Liberazione. Un quotidiano importante, le cui pagine sono state aperte, negli ultimi anni, a molte e diverse voci. Adesso Liberazione sta vivendo un momento molto difficile - e la cosa che più colpisce è che, prima ancora delle difficoltà dovute alla nuova legge sull'editoria voluta da Tremonti, è che l'editore e lo stesso Partito della Rifondazione Comunista...
di Orsola Puecher
Quindici uomini uccisi dai fascisti.
Il dieci agosto del quarantaquattro.
A Piazzale Loreto, a Milano.
Quindici antifascisti detenuti
nel carcere di San Vittore.
Per questo eccidio condannato dal Tribunale Militare di Torino il capitano delle SS Theodor Saevecke. Nel 1999. All’ergastolo. In contumacia. Come tanti altri. Ormai più che ottuagenario. Visse una tranquilla esistenza in Germania. Da persona per bene. Non un giorno di prigione. Come tanti altri. Non si pentì mai...
di Lorenzo Galbiati
In questi giorni, sui giornali, si sono trovati vari articoli relativi al lodevole desiderio della Giunta comunale di Milano di arrivare alla pacificazione delle salme dei partigiani e dei repubblichini (si dice così?) milanesi.
Il 14 settembre, Giuseppina Piano scrive per Repubblica che la Moratti vuole chiudere le ferite del passato, come s'è fatto in Spagna, e a questo proposito propone "come «segno di riconciliazione», la traslazione di...