di Luigi Macaluso Narrano le cronache non scritte di Trizzulla, paese dell’entroterra madonita, che all’indomani della legge Merlin l’arrivo del nuovo parroco don Basilicò fu accompagnato dalla presentazione d’un prodigio: la nipote Lina, meglio nota alla memoria dei fedeli come l’Ovarola o la Moglie del Serpente.
di Pierangelo Consoli Per questo, quando mia madre divenne Alberta, tramutandosi in qualcosa di più collettivo, io non soffrii tanti cambiamenti, almeno per quello che riguardava la gestione delle faccende, perché erano già molti anni che me ne occupavo. Usciva pochissimo, come ho detto, eppure il giorno dei morti restava, nel suo calendario, un rito al quale non poteva rinunciare.
di Annalisa Lombardi Per questa nuova puntata dei nouveaux réalistes, un polittico di esistenze minime perdute tra i massimi sistemi della vita e della storia. Come nei Racconti con colonna sonora di Sergio Atzeni, la voce dei personaggi è incisa sulla musica di fondo delle cose. (effeffe)
di Davide Gatto L’onda è invisibile, l’onda uccide, è disciolta nell’aria e nessun ostacolo la può fermare, passa con gli spifferi sotto porte e finestre, penetra impercettibile tra le particelle dei materiali più duri, l’onda vola invisibile e si insinua dappertutto, è nelle case, è negli uffici, scorre da un’antenna all’altra e dentro i cavi, hanno inventato l’onda per ucciderci.
di Mirco Salvadori Che altro nascondeva quella frase letta all’inizio dei suoi intricati pensieri, quelle parole legate alla banalità. Forse che nel suo intimo sentiva bruciare la fiamma del finto e ridicolo nichilismo? O più semplicemente, era un metodo di fuga ben studiato per evitare le frane, gli smottamenti di un lungo percorso.
di Mariana Branca Mentre scrivevo io avevo solo suoni, il Suono, in testa, le parole dovevano perdere consistenza e farsi suono e basta, questo volevo.
di Luca Maiolino Un racconto breve su un tizio che lavora nelle fogne, scritto pensando ai giochi di Kafka, o più vagamente al rapporto con la scrittura.
Soul Kitchen
di
Fabrizio Pelli
Quando il medico gli prescrisse per la prima volta l’acido valproico, F., paziente bipolare, non aveva programmato di sentirsi così sereno. Grazie a una sgangherata epifania, si era convinto di non essere altro che un malato come un altro; ché se esisteva un farmaco per curarsi, allora una malattia della mente non era diversa da quelle della pelle, dei reni o del fegato.
«Dotto’, mi sento già meglio,...
di Yuri Sassetti Mi ero arruolato l’anno prima ma, nonostante al TEEP avessi facilmente imparato ad usare tutti i TOPFAS, specie l’MG34, non mi piaceva uccidere, sebbene a volte lo ritenessi necessario. O forse ho iniziato a crederlo dopo aver sentito le parole di OR-6 Furlan: «Un uomo mezzo morto può ancora spararvi in testa e farvi saltare le cervella.»
di Fabrizio Pelli "Vedendo la compagna maestra sfregiata dalle voci, come sassate, dei tradizionalisti – così si facevano chiamare i genitori guidati da Paladini – avevano preso le sue parti. Un parlamento: ecco cos’era diventato quel gruppo quel pomeriggio. Un parlamento impegolato che aveva fatto canticchiare come uccellini i cellulari di trenta persone per un pomeriggio intero."
di Giovanni Palilla
Caro figlio mio, chiudo questa lettera con una richiesta. Mi dirai: come posso esaudire una tua richiesta dopo quello che mi hai detto, dopo tutto l’odio che mi hai riversato in un’unica soluzione, senza pietà?
tratto dal romanzo Appendix (NLO, 2016).
di
Alexandra Petrova
Alex me fecit Mario
A tutti gli scomparsi nelle acque
del Mar Mediterraneo e in quelle
dell’oblio questo libro è dedicato
La nuova leggerezza di Mercurio
(traduzione di Valentina Parisi)
No, non mi sarei dovuta abbuffare. Ma si erano abbuffati tutti! Gli ospiti, mia madre, mia sorella, la nonna e la zia.
“Mamma”, una voce strozzata mi uscì finalmente dalla gola secca, “là, per favore”. E con lo...
Lettera 22
di
Luigi Calafiori
Ti vedo, che sei distante. Ogni tanto volto lo sguardo verso di te, con la scusa di aver visto una formica che continua a muoversi sull’uscio di casa tua, come a rincorrere l’unico riflesso di sole che si rifrange sul ballatoio. Alla terza volta, ho smesso anche di giustificarmi. Alla quinta, di nascondermi. Passo un’interminabile serie di minuti a guardarti, senza avere paura che tu possa...
Evidences
di
Gabriele Drago
Siamo precipitati sulla calce, rotolando tra i ciottoli, nella polvere. Andrea modellava il mio viso con carezze lancinanti. Si allontanava per guardarmi, poi mi afferrava la mandibola e mi baciava. Anche io lo stringevo forte, ma nel furore gli ho preso la testa e glie l’ho sbattuta su una pietra per cinque o sei volte. L’ho sollevato da terra e l’ho lanciato su uno stelo di ferro che...
I contendenti
di
Anna Giuba
Era cominciato con un odore di mentuccia, un odore intenso, che ricordava quello della presenza improvvisa di certi santi. Un odore fresco che sfumava in una nuvola esangue e lieve e che faceva dilatare le narici. Aveva cominciato a volare leggero come l'aria di primavera sulla città, all'ora di cena, quando s'intuiva la vita che si snodava come un gomitolo dietro le finestre accese. I nodi della...
Srewot niwt
di
Anna Maria Carpi
Cara Fatima, la dolcezza di questo paesaggio m’incanta. Case, alberi, vigne, frutteti, colori teneri, segni di pace. E poi amo viaggiare in treno, oziare col tempo davanti, e al tramonto rientrare in una pianura lasciandomi alle spalle il mare, e questa pianura arriva lontano, mi pare, fino alle Alpi, quelle alture che la orlano, lontano, a nord, sono, credo, già loro. Allah è grande.
Siamo in...
Alzo Zero: racconto di Caccia e di Montagna
di
Mirco Salvadori
Ciapa qua, bevi!
Fatico non poco a comprendere lo stretto dialetto dell'Alpago che mi viene sparato addosso a folle velocità. Senti Cencio, dico con fare vissuto mentre sorseggio il vino rosso che continua a sgorgare da bottiglie nude, senza quell'etichetta che solitamente mi aiuta a fingere erudita cultura enogastronomica e mi permette di interpretare al meglio la ridicola parte del buongustaio...
Anatomia di un interno
di
Giuseppe Checchia
Quello che sta dormendo sul letto con la voglia a forma di isola sulla guancia è mio zio. Si chiama Vincenzo, ma tutti lo chiamiamo col suo secondo nome Gino. Quell’altro in piedi con il coltello in mano invece sono io.
Nella ricostruzione mentale che mi faccio degli eventi che hanno portato a questa situazione, le cose sono andate così:
1) un giorno di molti anni fa...
La consistenza del cane
di
Francesco Delle Donne
Da quando è successo tutto, la casa è diventata un camposanto. Mamma non l’ho mai vista così triste. Vincenzo gira per casa che sembra un leone in una gabbia, e dice che così, a vivere come bestie alla catena, mica si può andare avanti. Senza Ettore e Marilena, poi, ci sta troppo silenzio e se faccio una domanda a papà, lui mi risponde...
B come Batman, K come Ken il Guerriero
di
Mario Schiavone
Oggi, giorni miei: Aversa.
Alcuni giorni vado da un bravo orologiaio che di professione aggiusta le lancette che segnano l’ora buona o cattiva nell’anima delle persone. Un giorno, questo bravo dottore dalla testa calva liscia e luccicante come quella del Professor Charles Xavier (Padre degli X Men), fissandomi con i suoi occhi lucidi e pungenti ben piazzati sul suo volto glabro mi...
La legge e la morale
di
Attilio Del Giudice
Oggi è il 12 aprile, una giornata di sole, ma un vento fastidioso di libeccio non la rende piacevole, benché sia bello vedere il cielo terso e il mare di un blu scuro intenso, solcato da un’infinità di creste biancheggianti di spuma.
Sto qui in un bar al porticciolo di Santa Marinella e non riesco a togliermi dalla testa la drammatica vicenda di Daniela.
Ha...
Untitled n.1
di
Anna Giuba
- Guarda che c’è ancora roba tua, nel mio armadio. – ha detto Franco.
- Sto impazzendo. È doloroso. Smettila di dirmi cosa devo fare. Se anche ci metto un giorno in più, non ha nessuna importanza. Nessuno mi corre dietro. – ho risposto.
Infilavo le cose negli scatoloni quasi a casaccio. Maglioni e documenti e carte e cappotti leggeri e pesanti. Negli armadi e nei cassetti c’era un...
Dal profondo della notte
di
Attilio del Giudice
Miriam Celestini si è laureata il mese scorso, brillantemente. E’ stata sempre brava a scuola ed è l’orgoglio dei genitori, una ragazza seria, che non ha mai avuto grilli per la testa. E’ gentile con tutti ed è generosa con le amiche che l’adorano.
Miriam è scomparsa. Forse è stata rapita. In casa aspettano la richiesta di un riscatto. Il padre ha fatto un appello...
Stabat Pater
di
Ivan Ruccione
Papà era fatto di suoni. Era il trillo della prima sveglia, l’urlo della cinghia sotto il cofano. Papà era tutto quello che veniva un’ora prima della mia vita, brevi tuoni di realtà in mezzo ai sogni. Se ne andava lasciando un bacio sulla mia fronte, che avvertivo di rado, e quando i miei piedi calpestavano lo scendiletto lui stava già timbrando. Nessuno sapeva più niente dell’altro fino...
Il modo più comodo per (non) morire
di
Luca Mirarchi
È sempre pericoloso tenere un tappeto davanti al camino. Inutile dirlo alla madre, aveva ricoperto di tappeti quasi tutto il soggiorno. Adesso era fuori in missione con i volontari. Il padre invece era in ufficio, non rientrava mai prima di sera. Michele, rimasto solo, guardava il talk show del pomeriggio seduto sul suo trono a rotelle – la poltrona in pelle scura...
I tafani della Merse
di
Simone Ghelli
Per fare quel ritratto che adesso teneva tra le mani Giovanni s'era dovuto avvicinare molto, a non più di un metro, e gli schizzi d'acqua gli erano andati sull'obiettivo e così erano rimasti impressi quei puntini, quelle microscopiche gocce che gli veniva di toglierle col dito. Nella fotografia Fabrizio aveva la bocca spalancata per il terrore e annaspava con un braccio nel tentativo di divincolarsi...
Elementary
di
Francesco Forlani
Sicuramente il titolo del libro aveva attirato la sua attenzione e a seguire la copertina. Si trattava di un'edizione tascabile, sans plus; sull'ombra della donna, gigantesca rispetto alla silhouette del detective, due strisce di coca sistemate con cura certosina dal critico letterario dopo averle tagliate con una carte fidélité del Monoprix. Il critico, lui, s'era fatto notare in passato per aver tuonato contro il mainstream, di tutti i...
L'invenzione di Marcel
di
Simone Delos
C'era da risolvere la situazione del movimento in sala.
Il front end di una società telefonica è basato sulla produttività. Non sono bruscolini che stacchi il pezzetto di buccia e te li mangi.
Il capo area signor Corvo stava lì, appoggiato al suo box come una guardia giurata che ha esagerato col gel per i capelli.
Gli operatori giravano come moscerini. I supervisori sembravano estranei ai fatti.
Eppure la formula...
play-off
di
Fabio Ermoli
Sabato vado verso l’Iper per necessità, con lo scooter attraverso Piazzale Accursio, guardo il campetto da basket che una volta era territorio del Pitone di Via Nansen, l’attuale Avv. Ranzoni, quando per la prima volta insieme ai soliti ragazzini filippini ci vedo un ragazzetto bianco bianco lungo e dinoccolato che in realtà si sta allenando da solo. Nell’altro canestro. Il semaforo rosso mi consente di osservare 4 tiri. Il semaforo diventa...
Un uomo
di
Silvia Bortoli
Quello che è veramente buono, dice spingendo col taglio la salsa contro il bordo del piatto, è il sugo.
L’argomento di oggi è il caramello.
Se con la crema ci vogliano le uvette sul fondo dello stampo o non ci vogliano, o ci voglia magari il pan di spagna era invece l’argomento di ieri. I brusii di dissenso non lo turbano mai. È lui il padrone, e può dire...