di Ivan Ruccione [Pubblichiamo un breve estratto di Tra le cose e gli altri, in uscita per Arkadia, racconti brevi e brevissimi. L'autore cura anche il blog Mirino, dedicato alle scritture brevissime in prosa.]
Stabat Pater
di
Ivan Ruccione
Papà era fatto di suoni. Era il trillo della prima sveglia, l’urlo della cinghia sotto il cofano. Papà era tutto quello che veniva un’ora prima della mia vita, brevi tuoni di realtà in mezzo ai sogni. Se ne andava lasciando un bacio sulla mia fronte, che avvertivo di rado, e quando i miei piedi calpestavano lo scendiletto lui stava già timbrando. Nessuno sapeva più niente dell’altro fino...
Chiedi alle ceneri
di
Ivan Ruccione
Sono ancora rincitrullito dalla sbronza solenne di ieri sera, penso seduto a tavola, ma i filetti di manzo li ho cucinati alla perfezione. Tu ben cotto ed io al sangue. Tu una porcheria ed io burro, in pratica. Quante volte, quante cazzo di volte ti ho spiegato che il filetto non è un taglio che va fatto ben cotto ma oh!, nada, ben cotto l’hai sempre...
Quando penso a Maria
di
Ivan Ruccione
Camminavo verso casa, poi all’altezza del niente mi sono fermato.
Piedi poggiati saldamente a terra, la testa chissà dove. Attorno a me l’aria fredda, la notte. La sequela di luminarie appese ai pali della luce, la strada ghiacciata che luccica come lo strascico di un abito da sera. Il campo brullo che riposa per accogliere la semina del granoturco. Un cane, che ha sentito il crick...
di Ivan Ruccione
Sono tre giorni che guardo un pezzo di Vigevano da uno schifo di finestra di uno schifo di cucina, e il mio schifo di commìs de cuisine sembra remarmi contro, sembra che voglia mandare alle ortiche il tanto atteso cenone di Natale.
E Dio solo sa quanto ci tenga a questa ricorrenza, quanto sia importante per me, Vladimiro Strizzacapra., chef del ristorante “Cavoli Amari”, fare...
Pasto nudo
di
Ivan Ruccione
È successo prima che lo cacciassimo in cella.
L’ho sbattuto con la pancia a terra, gli ho immobilizzato gli arti.
Ancora si dimenava ma non aveva più scampo: ce l’avevo in pugno.
Afferrai il coltello e glielo puntai al centro della schiena. Poi affondai - crack!- e squartai a metà l’intero corpo. Quando arrivai alla testa, un pezzo di cervello schizzò sulla mia guancia sinistra. Il sistema nervoso diede impulsi...