di Lisa Ginzburg
Anch'io mi sono guastato, sicuro: anzi, secondo la gran parte di quelli che ci conoscono, io molto più di lei. Ma anche se loro non lo sanno né lo sapranno mai, almeno io non ne godo.
di Max Mauro Lui non ha mai tagliato una testa, ne sono sicuro. Come potrei essere seduto al tavolo con un tagliatore di teste? Così voglio credere, ma chi può assicurarmi del contrario?
Testi inediti di Giulia Bocchio
II
Quanto tempo sarà passato davvero?
Le ombre sono cambiate, il preavviso è un tranello inascoltato
c'è sempre stata una certa pigrizia di mezzo
è un torto al mondo:
quel giorno qualcuno uscì dall'acqua
per essere più di un batterio.
Qualcosa ribolle dal fondo di un fiume che sembra anonimo
si dice avesse il potere di addormentare le persone
infatti qualche secolo prima di oggi trovarono un uomo addormentato da giorni
lo pensarono morto
quando si...
poesie inedite di Roberta Sireno
le arterie si raggrumano, le ossa dilatano
scivola l’incavo che inghiotte:
l’impero non è luce, ma fame, spettro
*
dissolvere è una nuova pratica della carne
dove non si è verticali e nemmeno orizzontali
c'è solo il corvo che sparisce
dietro la finestra
dietro il monte
e su per le croci rimane qualche
presagio
*
il bisogno subacqueo si chiude, il verbo
si atrofizza: assorbe larve e ramoscelli
di bava, l’alba si dirama incerta
è visione forse d’oltremare, punto
d’attrazione e...
di Mariasole Ariot I terrestri in fila indiana continuano a montare, si corteggiano silenzio ad un silenzio: i polmoni medicati hanno case a cui tornare come arvicole che sanno il predatore. Voi avete cento porte chiuse a chiave: a me cade dalla tasca una finestra
di Annachiara Atzei Tutto ciò che si fa qui//lo si fa pensandoti./Non sono mai stata più di questo -/un organo cessato, un lembo/ da ricomporre. /Il mondo resta/lontano - intorno qualcosa ha ceduto./Credo che l'estate sia l'unica/stagione - quella in cui la sera/cantano le rane.
di Matteo Bianchi L’eco del passato mi aiuta a essere presente, mi rammenta che i rami degli alberi davanti a casa, o dietro al posto di lavoro, restano nudi sotto il tono di una stagione
Estratti inediti da MINIMALIA
Lucio Fontana, Concetto spaziale
ma ora sei qui, rosso come un cocchiere
da birrificio, e imprechi col geniale
zuccherino in saccoccia e l'animale
che non vuole arretrare
Jan Wagner
Una cartilagine il mondo.
Rodica la rumena
avvoltola le foglie di
vite a ricordare il marito.
Una vescicola di carne.
I capelli raccolti in un rostro.
Dimmi che sono bella
prima che muoio.
La vita è un esercizio.
***
Ragazzina, vent'anni e
un sapore d'ammoniaca
e fiori sul vestito.
Un rischio per la pietra
comandata dal Signore.
O...
di Mariasole Ariot Si incammina lento, un corpo puntellato dagli spilli, quando gli insetti s’insinuano nel sottopelle e dalla punta più bassa del terreno arrivano alla testa: un brulichio di voci e mani a forma di pensiero...
di Matteo Bianchi "Tutto sembra quasi poter rivivere, in questi giorni di primo autunno, come se niente fosse cambiato, anche se sappiamo che non è così, e che non potremomai più essere come prima."
di Carlo Brio Che faccia dubbiosa o smarrita o imbarazzata faremo, quando sulle poltrone in attesa dell’imbarco o persino in volo per interrompere monotonia e soliloquio, ci parleranno con intimità di fatti che ci riguardano solo perché apparteniamo a un popolo, ma che nella classe che ci ha allevato non si sono mai verificati?
di Carlo Brio Noi siamo esseri colti, come arriveremo in America? Come sbarcheremo dall’aereo, facendo che faccia? Noi educati, abbiamo negli occhi e in memoria i filmati, i film, le foto dagli archivi che abbiamo studiato per alzare la mano e dare la risposta, noi con che faccia sbarcheremo all’aeroporto?
di Mariasole Ariot
Cara L.
Seduta sulle ginocchia dell’alba ho il volto rivolto ad est, ho sempre capito i segni cardinali, li sento nell’esofago, ti scrivo mentre la casa è un temporale.
di Andrea Astolfi
c’è un passaggio
un passaggio
white
*
treno in corsa
ad un certo punto
forse vedo un vhs
*
a sapporo
o a sapporo
wonderful ball
*
silence
where are all my toys?
colui che non può scrivere
*
lo sconto
è abbastanza
le colline portano poesie
*
cantano le cicale
cercavo sollievo nella poesia.
non scrivere
*
senza sonno scrivo due righe
la ventola gira
mia madre è di là che dorme –
*
cerca nella posta
sviluppate subito
brown sugar
*
cane di taglia minuta
è tutto qui
foto
*
vista dell’altopiano in primavera
dobbiamo scendere a
a dèrgano
*
brutta tuborg
l’arte fa schifo
i need
*
albero...
di Mariasole Ariot Si apre nella stanza – la parvenza della luce che ha per occhio – una buca sul terreno della casa – le mani dolci come cialde – il delicato attendere una chiamata
Mi crogiolo all’idea del bus che percorrerà la Prenestina, bagnata dall’arancio dei lampioni, per restituirmi al nero della mia camera, che è fumoso e nerastro, appena disturbato dalle finestre del condominio troppo vicino al ballatoio.
Un giorno, un giovane falco- dalle sue alture inaccessibili- scorse una tartaruga in contemplazione del mondo. Passò due anni a scrutarla, a studiarla… Poi le si accostò e stette ad ascoltare i sogni e le utopie.
di Francesco Brancati
I nomi (da L'assedio della gioia)
1. Hanno tutti un nome, gli individui
che conosce e che incontra ogni giorno;
le persone che non conosce
con cui condivide le strade, gli occhi,
i minimi contatti tra il suo corpo
e i corpi degli altri dentro i tunnel,
le strette di mano assicurate
dai perimetri delle abitazioni
e poi fuori, nei luoghi predisposti
alla socialità, allo sport, agli acquisti.
È ragionevole accordare
per breve tratto un’invasione
della propria area di esistenza
agli sconosciuti...
Sharon Vanoli
Quale intuizione mi aspetto, per liberare che cosa?
Sylvia Plath – Diari
Hai detto che avresti provato di nuovo. Non serve aspettare la notte. Guarda, l’infermiera ha abbandonato il Signor Vito un’altra volta in mezzo al corridoio. Puoi vedere la punta dei suoi piedi, da qui. L’alluce che spunta da un lato del lenzuolo, ricoperto di peluria candida. Le mani – ah, le mani –...
di Mariasole Ariot
Muzio Clementi - Sonata in G Minor, Op 50 No.3, "Didone Abbandonata"
La colpa è un oggetto, una casa in cui restare per fuggire, respinge salvabile a salvabile, redime gli assoluti come fossero infiorescenze, la colpa degli antenati, le dannazioni interne, i nervi scoperti, colpevolizza gli azzerati, la colpa dei fiori che forgiano l’erba, i fiumi strappati, le forme trasversali della misericordia – e quando ci hanno dato,...
di Giuseppe Acconcia
8.
Pouvez-vous nous décrire la situation actuelle en Italie?
La situation est très triste en ce moment, nous enregistrons un triste record, celui du plus grand nombre de victimes du coronavirus dans le monde, on arrive même devant la Chine. Cela dit, aujourd’hui un relent d’espoir a gagné le peuple, puisque pour une fois depuis des semaines le nombre de personnes décédées à cause du Covid -19 a baissé....
di Mariasole Ariot
Forse ai nostri giorni l'obiettivo non è quello di scoprire che cosa siamo, ma di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire quello che potremmo essere.
Foucault
Dove prima stava una gabbia poggiata sul terreno – e la guardavamo, introducevamo piccoli granelli di parole, fotogrammi, pensieri che ritenevamo inutili alla carta, un giorno nella gabbia siamo entrati.
Ora, le regole della gabbia sono schizzate fuori dalle grate, invadono le...
di Maddalena Fingerle
Stacco immagine colazione: colazione, immagini liquefatte. Fatte. Rosso, freddo, brusio. Io. Fa caldo. Do. Mangio colazione. Azione. Solito tizio, luce potente, accecante. Ante. Odore di farina. Rina. Luce forte e falsa. Sa. Odore di zucchero. Ero. Ti è piaciuta la festa di carnevale, Giuliano?, chiede Nora, muschio bianco. Anco. Quando sarò grande avrò la ragazza. Gazza. Avrò la ragazza. Gazza. La prenderò nel palmo della mano....
di Nicola Passerini
(disegno dell'autore)
L’inizio, evidentemente, non può che aver la forma della prima lettera dell’alfabeto, così come la piazza che fa da scenario alla vicenda, che quindi si può senz’altro dire che la piazza è l’inizio, e dopo la piazza, subito dopo, non può che esserci quello che succede in questo luogo, importante al punto che potrebbe essere l’effettivo inizio, rimandato e nascosto dagli altri, per questa esigenza di...
di Francesco Borrasso
Le luci artificiali della ruota panoramica brillavano a poca distanza da un cielo livido di fine febbraio, un contrasto rosso e blu e giallo. Marta se ne stava seduta sopra una panchina, la sciarpa avvolta intorno al collo, una sigaretta lunga tra le dita. Un uomo con il viso colorato di bianco restava immobile, a due passi da lei, le persone di passaggio, a volte, gettavano una...
di Mariasole Ariot
Cara J.,
la coltre di nebbia che ha piegato il cielo mi scava le ossa, sono mature per la semina, come quando ci siamo incontrate, e tu danzavi sopra le mie corde. Un canto muto, una sirena.
Abbiamo camminato lungo la scia delle lumache, e tu disegnavi cerchi nell'aria, gettavi i drappi colorati facendoli roteare appena più in alto del collo: ricordi la scena della pista da ballo?
Oggi è...
Pubblico alcune poesie inedite tratte dalla raccolta Voci della presenza di Rossana Abis, accompagnate dalla nota introduttiva di Franca Mancinelli, uscita per la rivista Poesia, maggio 2017.
Non è facile sintonizzarsi sulle frequenze della poesia di Rossana Abis, così alte da creare attorno uno spazio di attesa perché la parola sprigioni tutta la potenza da cui è stata generata. Per questo ogni verso sorge sulla pagina come dilatato nel bianco,...
di Giancarlo Maria Costa
E mentre me ne andavo – e me ne andavo col treno perché la famiglia di B. stava diventando una specie di famiglia povera e povera stava diventando la mia che era una famiglia come quella di B – mentre, dicevo, andavamo via da Gela, io e B., avevamo le parole dei nostri papà nelle orecchie, parole dette ogni sera prima di andare a dormire. Le...