di Dorinda di Prossimo
I vetri dell’inverno ho spazzato
il bastimento dei rami
i millimetri dei calendari
Al mattino l’occhio, le spalle perfino, sono
una cosa sola. La voce non ha stile,
il gesto non è colmo. Col chiarore, poi,
le mal educate cose. La tazza nel lavandino,
le foto, la rigida maniglia, il conto senza sconto,
i gesti andati a male. Stolti, incompiuti
M’aggiusto coserelle senza ambiguità,
al mattino. Due righe di luce rubate ai vetri,
quattro versi di pensieri...