di Fabio Franzin
Il cassintegrato culla la sua emicrania
vestendo il nulla delle ore con la pelle
rossa del divano, contando con l’alluce
destro le stecche oblique della tapparella.
È tutta nelle tempie, oggi, l’angoscia,
un pulsare ovattato dall’analgesico,
soffuso dalla penombra. È tutta esterna
alla realtà, adesso, in un torpore che è già
sonnolenza e altrove, un imbuto d’assenza
dove il futuro, scivolando via, si ingorga,
crea un tappo di melma e paure, segatura
e rimorsi ormai lontani. Quando ora...