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Giovanni di Benedetto

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Surrealismo, istruzioni per l’uso

di Giovanni di Benedetto
Il giorno, come la notte, è un dormitorio nel quale ogni corridoio conduce a un letto di morte o in una sala operatoria. Il ticchettio di una sveglia ispira la progettazione delle nostre più belle bombe incendiarie.

Le anime del Purgatorio, ovvero il Museo di Storia Naturale

di Giovanni di Benedetto
Santa Maria del Mare dormiva nel mezzo del giorno. Dalle persiane socchiuse la luce filtrava a intermittenza, ricomponendosi sulle pareti nelle forme astratte delle prime pitture rupestri. Si voltò dall’altro lato del letto e tornò a dormire. Al risveglio i dinosauri erano ancora lì

Variazioni sull’estinzione: Gosselin legge Bernhard

di Giovanni di Benedetto e Milène Lang
Ogni mattina, attraversando il Périphérique, il grande raccordo anulare che collega le porte di Parigi alla periferia, mi capita di immaginare la fine del mondo. Dal finestrino della RER, il paesaggio parigino, la Senna, Notre-Dame e le altre immagini-cartolina, si scolla dallo sfondo non appena il treno regionale si inabissa nel tunnel della Gare d’Austerlitz

Cronache del mondo sommerso

di Giovanni di Benedetto
Lo sentimmo arrivare da lontano, il mare. Nel giro di pochi minuti l’intera parte nord-occidentale fu ricoperta dalle acque. Fu così che ebbe inizio la nostra vita nel mondo sommerso

El picaro de oro: Diego Armando Maradona, romanzo

di Giovanni Di Benedetto
All’interno di quel particolare sistema di distribuzione collettiva del lavoro che è una squadra di calcio, il numero dieci rappresenta colui che è in grado di risolvere dialetticamente e in senso gramsciano l’antitesi manicheista dell’individuale e del collettivo

Te Diegum, Bolaño

di Giovanni di Benedetto
Nella sala d’attesa, mentre stavo consultando un catalogo, ricevetti un messaggio di mio padre in cui mi annunciava la morte di Diego Armando Maradona.

Highway (Caserta Nord) Revisited

Felicità. Tra venti metri ha inizio. di Giovanni di Benedetto « Ecco il Vesuvio, poc'anzi verdeggiante di vigneti ombrosi, qui un'uva pregiata faceva traboccare le tinozze; Bacco amò questi balzi più dei colli di Nisa, su questo monte i Satiri in passato sciolsero le lor danze; questa, di Sparta più gradita, era di Venere la sede, questo era il luogo rinomato per il nome di Ercole. Or tutto giace sommerso in fiamme...
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