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Gaza

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Voci della diaspora: Anna Foa e Judith Butler

di Andrea Inglese
Perché continuare a parlare invece di tacere? Perché usare o meno la parola "genocidio"? Perché un racconto vale mille immagini e mille cifre? Continuare a pensare quello che sta accadendo, attraverso due voci della diaspora ebraica: Anna Foa e Judith Butler

Gaza: Warfare

di Flavio Torba
Si scambiano dichiarazioni di guerra con gli occhi. Il viso di Pastore è un campo minato dall'acne. La vita all'aria aperta non deve fargli un granché bene. Si tormenta un bubbone, mentre sibila un flusso ininterrotto su chi ucciderà chi

La parola alle armi è uguale all’arma della parola?

di Giorgio Mascitelli
In un articolo apparso sul New Yorker, nel quale prende le distanze dall’attuale movimento di occupazione delle università in solidarietà con Gaza...

Gaza – “Sorge ora il suo sangue in un orizzonte di ferro”

di Hadi Danial, traduzione di Sana Darghmouni
Dall’ala della colomba / scelgo la piuma del mio inchiostro / la conficco nella vena. / Dove si è smarrito il mio sangue? / Ho detto: la conficco dunque in bocca. / Dov’è la mia saliva / il suo viscoso amaro? / Era piena della cenere di un nuovo incendio.

Memorie da Gaza #5

di Yousef Elqedra
Due scatole di fagioli, una di carne in scatola, due bottiglie di acqua, due vasetti di miele nero e due confezioni piccole di formaggio: questa è la razione che spetta a una famiglia con un numero medio di almeno sette persone. Viene portata alla famiglia da un padre sfollato che ha perso la casa, ed è felice di averla ricevuta. "Finalmente berrò un sorso di acqua dolce", dice, come se avesse raggiunto il paradiso.

Memorie da Gaza #4

di Yousef Elqedra
Viviamo di alternative finché queste non finiscono o non finiamo noi.

Memorie da Gaza #2

di Yousef Elqedra Mi sono fermato per guardarmi attorno e mi sono reso conto che metà della casa era ammonticchiata a pezzi sulla strada, mentre l'altra metà era appoggiata sulla moglie e sulle figlie del mio amico Ali Al-Shanna.

La trappola e il diniego. Riflessioni a margine della guerra

di Andrea Inglese
Appare oggi evidente che Israele, come progetto politico nazionale, è prigioniero di una trappola. Ma questa trappola si è andata costruendo fin dall’inizio della sua storia, ed è stata rafforzata attraverso tappe successive. Una trappola costruita da Israele stesso, ma con l’ampia collaborazione delle sue forze nemiche, gli Stati arabi e i palestinesi.

La strage e la memoria

di Giorgio Mascitelli
In un lungo articolo apparso alcuni giorni fa su The Guardian lo storico della shoah Raz Segal ha parlato di uso della memoria dell’Olocausto come arma da parte dei dirigenti politici israeliani in occasione della nuova guerra di Gaza.

La tentazione di decontestualizzare e il dovere della narrazione. Sul conflitto tra Israele e Hamas

di Andrea Inglese
Il 9 ottobre, in un articolo apparso sul « Corriere della Sera », Paolo Giordano, noto romanziere, scriveva riguardo all’attacco di Hamas contro Israele, realizzato due giorni prima: “È uno strano paradosso della nostra epoca: per valutare meglio un evento non conviene più aspettare troppo, conviene quasi, al contrario, affrettarsi e perfino decontestualizzarlo.”

Sopravvissuti alla shoah contro i massacri di Gaza

di Antonio Sparzani Forse tra i più titolati a celebrare un giorno della memoria sono i sopravvissuti alla barbarie nazista e i loro diretti discendenti. Per fortuna molti di loro si sono accorti che la barbarie può continuare se non ci si affretta a riconoscerla e a smascherarla. Per questo esiste il sito http://ijsn.net/ , nel quale la sigla è l'acronimo di International Jewish Anti-Zionist Network. Quella che segue è...

La stagione delle rivolte a Sud

Il ciclo della primavera araba: nascita, morte e oblio mediatico di Lorenzo Declich Siamo nel 2010. Conosciamo le “masse arabe” per due motivi. Il primo: protestano quando appare qualche cosa che offende l’Islam. Il secondo: protestano quando Israele massacra i Palestinesi. I tiranni, nel primo caso, prendono i manifestanti a fucilate. Il loro ruolo, accettato e benvoluto, è tenere a bada l’anima nera dell’estremismo islamico: fanno bene a reprimere, anche...

Il tempo congelato della politica israeliana

Otto anni fa scrissi su NI questo pezzo. Riguardava la politica di "rappresaglia" scelta da Israele in Libano contro Hezbollah. Basterebbe cambiare alcuni nomi e alcune date, per rendere queste riflessioni sinistramente attuali. Hamas al posto di Hezbollah, Gaza al posto di Libano, 2014 (o 2009) al posto di 2006.Come se nulla fosse accaduto. Tempo congelato. Coazione a ripetere. Due cose solo modificherei. La prima riguarda il principio della...

Combattenti per la pace: un viaggio in Palestina (seconda parte)

Testo e fotografie di Lorenzo Bernini. La prima parte è stata pubblicata qui il l'8 settembre. l’enorme insediamento ebraico di Gilo circondato dal muro un militare israeliano di guardia su un tetto a Hebron bandiere palestinesi presso il mausoleo di Yasser Arafat a Ramallah Come ti ho anticipato poco fa, l’impressione che ho tratto da questo viaggio in Palestina e Israele non è stata soltanto di una situazione estremente intricata, ma anche di...

La storia degli altri

di Christian Elia Ilan Pappé è uno storico israeliano che insegna all'Università di Exeter, in Inghilterra. Insegnava a Haifa, ma non gli è stato rinnovato il contratto. I suoi libri, in particolare La pulizia etnica in Palestina del 2007 edito in Italia da Fazi, hanno suscitato tante polemiche. Viene ritenuto il principale esponente dei cosiddetti nuovi storici, impegnati nel riesame della storia israeliana e del conflitto palestinese. Lei ha dichiarato di...

Non c’è modo d’essere bambini

di Mohamed Altawil Sono un palestinese la cui famiglia è vissuta per generazioni nel villaggio di Al-Maghar. Sessant’anni fa, durante la Nakbah (catastrofe), i miei nonni furono espulsi con tutta la loro famiglia da Al-Maghar, sradicati e mandati tra le capanne e le stradine di un campo profughi distante 100 miglia. A tutt’oggi assaporano l’amarezza di quella perdita e restano a guardare inermi mentre le fiamme di quella tragedia bruciano...

Better

di Chiara Valerio Scrivete qualcosa. Non vuol essere un suggerimento intimidatorio. Non fa differenza se scrivete cinque paragrafi per un blog, un articolo per una rivista di settore o una poesia per un gruppo di lettura. Ma scrivete. Non c’è bisogno che scriviate qualcosa di perfetto. Serve solo per aggiungere qualche piccola osservazione sul vostro mondo. Il mondo di Atul Gawande è fatto di uomini. Ma non come quello di...

Michele Santoro e Gaza, la televisione tra narrazione e conversazione

di Gennaro Carotenuto Giovedì sera è andata in scena ad “Anno Zero”, in una trasmissione dedicata ai giovani e Gaza, una rappresentazione chiara del bivio di fronte al quale si trova il più di massa dei media, la televisione. Non è in questa sede importante riprendere le polemiche e giudicare il plotone di esecuzione schierato in queste orecontro Michele Santoro e gli arcangeli e i serafini in fila a santificare...

Israele: boicottaggio, ritiro degli investimenti e sanzioni

di Naomi Klein - the Nation - via Megachip È ora. Un momento che giunge dopo tanto tempo. La strategia migliore per porre fine alla sanguinosa occupazione è quella di far diventare Israele il bersaglio del tipo di movimento globale che pose fine all'apartheid in Sud Africa. Nel luglio 2005 una grande coalizione di gruppi palestinesi delineò un piano proprio per far ciò. Si appellarono alla «gente di coscienza in tutto...

Finestre e prospettive su Gaza

Serve avere una finestra su Gaza, ora? Questo fatale divenire testimoni oculari dell'ingiustizia, ci rafforza? Guardando quel poco di ciò che si può o si riesce a guardare – corpi a brandelli di bambini, donne, vecchi, “miliziani” – diventeremo più efficaci, reattivi, o più intorpiditi? Leggere l'elenco delle bombe cadute sugli edifici di Gaza, elenco che troviamo nel blog del ventitreenne Sameh Habeeb, ci rende più consapevoli? Non lo...

Luglio, agosto, settembre, ott… (nero)

Luglio, agosto, settembre (nero)/AreA * Mio amato Con la pace ho depositato i fiori dell’amore davanti a te Con la pace con la pace ho cancellato i mari di sangue per te Lascia la rabbia Lascia il dolore Lascia le armi Lascia le armi e vieni Vieni e viviamo o mio amato e la nostra coperta sarà la pace Voglio che canti o mio caro “ occhio mio “ E il tuo canto sarà per la pace fai sentire al mondo, o cuore mio...
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