di Giacomo Sartori
dedicato a Andrea C.
(ma anche a Pippo D.B. e a Francesco D.B., con un grande augurio)
Naturalmente ben scrivere non vuol dire scrivere bene, e anzi equivale piuttosto (può equivalere, nei fatti finisce per equivalere, molti esempi dimostrano che nei fatti equivale) a scrivere male, o anche molto male. Parlo beninteso dell’italiano, lingua che lascia libertà infinitamente più grandi di tante altre, meno normalizzata e meno normativa, meno...
di Giacomo Sartori
I miei testi nascono da scintille che non si spengono, che si ostinano a crescere e diventano fuochi. Una decina di anni fa volevo scrivere un romanzo sulle ultime settimane della malattia di mio padre, sulla sua agonia. La scintilla era quella, lo scandalo di quel calvario corporale privo di empatie, non parliamo di amore, o anche solo di benevolenza, o di indulgenza, della persona che mi...
di Giacomo Sartori
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Ragazza
Vedo solo il suo orecchio
la curva dell’orecchio:
l’anca sensuale di un violino
Le mie labbra premono
contro i suoi capelli fini e non puliti
respiro l’odore di uomo
e di alghe appiattite sugli scogli
durante la marea bassa
Anziana
È molto smaliziata
la piccola spia crucca
sussurra lui
stringendomi la vita
con molta delicatezza
come si toccano le cose fragili
Ragazza
Non si muove:
sembra anche...
di Davide Orecchio
(Qualche anno fa ho scritto una breve biografia di Felice Chilanti. Adesso l’ho riscritta e la ripropongo qui. Per chi non la conoscesse, è una storia interessante. Un giovane fascista che provò a uccidere Ciano. Un comunista che raccontò i crimini di Stalin. Nello stesso uomo. Chilanti fu, soprattutto, un grande giornalista. Scoprì la mafia dei corleonesi, che risposero con una bomba al tritolo. Ma non fu...
di Giacomo Sartori (fotografie di Giorgia Fiorio)
caro papà
al dibattito delle diciassette
ho parlato bene
insomma non malaccio
visti gli intimi annessi e connessi
(il costrutto autoassolutorio:
vengo da molto lontano)
non mi sono incrodato
ho riesumato nella testa cava
architravi e capitelli
e perfino una statua intatta
ma eccoti il critico acuminato
con passetti felpati
e ancheggiamenti sinoidali
(felini anch’essi)
del fraseggiare di testa
(le nevrotiche vibrisse
tese pur sempre alle insidie)
beninteso ha stravinto
scimmiottando perfino
l'incresciosa rozzezza teoretica
dell'imperito sottoscritto
seppure con tatto
appena qualche istante
la stoccata virtuosa del...
di Giacomo Sartori
In passato ho voluto scrivere un romanzo sulle ultime fasi della malattia di mio padre, sulla sua agonia. Mi sono quindi messo all’opera. Prima ancora che me ne rendessi conto il testo mi ha però preso per mano, conducendomi molto indietro, in plaghe dove non avevo pianificato di avventurarmi. Incurante della mia costernazione me ne ha mostrate i recessi meno presentabili, ha preteso che prendessi nota di...