di Pierluigi Cappello
Ama le biciclette e la polvere degli sterrati, la Repubblica. Magari una solida Bianchi con i freni a bacchetta. D’estate, quando si accendono interminabili veglie, si racconta sotto i bersò, davanti ad un bicchiere di rosso, pane croccante, salame ben stagionato.
La Repubblica preferisce le dozzine più che le unità, le voci a una singola voce, ma, del coro, distingue una voce dall’altra. La si è vista sedere...
di Gianni Biondillo
Flavio Santi, La primavera tarda ad arrivare, Mondadori, 2016, 306 pagine
Ora che anche un ottimo poeta come Flavio Santi s'è messo a scrivere gialli, le certezze granitiche di una certa critica paludata che ragiona a compartimenti stagni inizieranno a vacillare. Io, ovviamente, non ci trovo nulla di strano che un poeta scriva un romanzo, per lo più “di genere”. Se esiste una peculiarità del “giallo” italiano...
fotografie di Danilo De Marco
Il timp
Timp dai baraçs
i mi soi scuviert fuea ai tiei ramaç
tu mi sês Norte
Timp dai sclopons
paràulas sofladas tal segrêt dai cjantons
tu mi sês Norte
Timp dal muiart
il Dean i ai passât par cjatâti, gno mâl fuart
tu mi sês Norte
Timp das radîs
amȏr malnudrit, fadia di essi vifs
tu mi sês Norte
Timpo da giuligna paràulas fruiadas, bussadas glaçadas
tu mi eras Nort
E alora i lu vent par un franc
il gno...
fotografie di Danilo De Marco
Da ogni famea
via un zovin
da quasi ogni famea
via in Russia
a imparâ a copâ
via a pît
ta glaca o tal paltàn
plui no scrivin
si vai in ogni cjasa
pôs a tòrnin
'l é dûr sierâ a vincj agns
chei ch'a tòrnin
devéntin partigjans
Da ogni famiglia via un giovane / da quasi ogni famiglia // via in Russia / a imparare a uccidere // via a piedi / nel gelo o nella palta...
II
Oh quanto a me somigli
nella tua solida inutilità
faro dismesso dalla mutevole catena del moderno
quando radar satelliti locali
satelliti orbitali
segreti satelliti
del cupo poliremo militare
hanno ri-messo nel bric à brac
del magazzino dell'antiquario de La peau de chagrin
questo relitto d'epoca pre fordista
per le perdute navi di un perduto impero
costruito infilando cemento e pietre
fra il ruggito nero della bora
e il belante groviglio dei giorni immoti
chiatte a vapore e marinai di gomena
insieme a marinai...
La torre dei Celti
I
Coloro che hanno certi pensieri in un certo composto modo siedono
come se le ossa fossero intenzioni o segrete speranze
così osservi colui che seduto qui con la penna scrive a questo tavolo
e a lui ti rivolgi con amicizia e gli porgi attento lo sguardo
E allora lasciando cadere la penna sul foglio bianco quadrato
Ti sussurra piano perché il vento che agita gli oscuri fiori è caduto:
così come dicono...
fotografie di Danilo De Marco
In principio era la parola
I
Credo che la parola sia perduta,
tanta fatica costa pronunciarla.
Credo che noi siamo perduti
senza la sua stella.
Allora ognuno, vinto dal panico,
getterà le armi e s’arrenderà
al dolce clemente nemico.
II
Vi è nelle cose un senso più profondo
che sfugge, come nelle conchiglie il mare.
Arrendersi, ora, è morire
della morte che questo secolo ci può dare,
come il diritto al benessere, alla macchina,
agli strumenti del demonio,
i feticci alienanti...
fotografie di Danilo De Marco
Gent da la Grava (Spilumberc)
Li’ gravi’ a’ bévin
il sarègn da l’aga
tal Tilimìnt,
e ta li’ pièri strachi’
dal cjscjel
al duàr un altri timp.
Gent da la Grava
ingenoglada in Domo,
là che i arcs
a’ son ali’ di ànzai granc’
e i sans flurîs in coru
intôr l’altâr
a’ vèglin
tuna lûs verda di aga.
Gente della Grava (Spilimbergo). Le ghiaie bevono / il sereno dell’acqua / nel Tagliamento,/ e nelle pietre stanche / del castello...
testi di Ida Vallerugo e fotografie di Danilo De Marco
Côru mut
Si tu vedés indurmindìda rôsa
ce mout che al mont a si davierç la rôsa
Si tu vedés ce mout c'a s'impîinin
a una a una li bieli nêstri citâs.
Oh si tu sintés ce câlmu mâr
che four tal scûr a s'ingruma
ce ondi lisêri c'a sflorin li paréis
e a prèmin, discreti mans.
Oh si tu la sintés il côru mut
dai muars cencja vous dal...
testi di Ida Vallerugo, fotografie di Danilo De Marco
Alba sull'Acropoli
Ma mi assale il tempo. Non qui, non ora
in quest'alba calma fra queste colonne.
Non qui, non ora, in questo silenzio vivo, fra le voci
in cui sono nata. Abbiamo un appuntamento, tempo,
ma non qui, non ora, in questa perfezione
che lenta scompare.
E tu ti torci nella pietra lassù, cavallo,
occhio grande, spaventato. Calmati, sei perfetto così.
Vuoi tornare alla sua mano, tu.
Non è qui...
di Danilo De Marco
Quando all'inizio degli anni '90 del secolo passato iniziai le mie discese in treno da Udine a Casarsa il più delle volte alla stazione mi attendeva Giuseppe Mariuz. Stavamo allora sulle tracce dei personaggi pasoliniani - mi si permetta di chiamarli così anche se filologicamente non mi sembra del tutto corretto - e mi frullava in testa un'idea persistente, tanto da irradiare onde su tutto quello...
di Danilo De Marco
Si entra nell’ampio giardino: una macchia verde da una parte, uno sterrato coperto di ghiaia dall’altra. Nel bel mezzo spunta la casa. Alti cespugli e alberi ne delimitano i margini quasi a protezione da un esterno non sempre gradito. Pochi passi e qualche scalino. Una piccolissima veranda zeppa di scarpe camminate senza lacci. Dopo qualche passo un grande spazio luminoso che è il cuore della sua...
di Erri De Luca e Hans Kitzmüller
Peter Handke è un bambino che ha saputo tutto del mondo e se ne va tra gli adulti raccontando loro qualche dettaglio. I bambini sono spietati nel sapere tutto, ma lui ha una speciale tenerezza per gli adulti e li preserva dallo sgomento. Glielo accenna, ma lo tempera con un po' di presa in giro. Cosa conoscono i bambini di così intero? Che...