di Francesco Accattoli
Due merli s’azzuffano sopra sfalci neri
nel raso di una corte abbandonata.
Nell’umido la gara di un aprile di pioggia,
a tratti s’ignorano scuotendo il becco,
un seme è fatto santo tra i rovi diserbati,
le siepi del vicino sono inutilmente verdi,
la fuga corrisponde allo scontento.
Sgomenta la direzione delle folate
di nebbia tra le case in costruzione,
somiglia ad un’arena senza terra
la terra sudata e senza voce.
*
In fondo alla sala c’è un camino nero
infisso...
di Francesco Accattoli
.
1. Quanto pesa la neve
Da queste altissime finestre si vede il bianco,
la coltre sopra quella linea retta
che in precedenza era traiettoria.
Sono venuti i giorni che non aspettavi,
i giorni della galera. Fuori. La luce tardi
sui cantieri, a piedi, sempre soli, ostinati
a dirci cose belle. Il bianco ci serra gli occhi,
vedremo bianco ancora per altri mesi,
purché qualcuno parlando si nasconda,
ci nasconda, il vento è dentro le fessure, la conta
dei...
di Francesco Accattoli
Noi passeremo le colline di sale
Noi passeremo le colline di sale
poste a levante,
e a levante andremo,
seguendo il solco cartesiano
del sole,
in una zona che non è più uomo
o femmina o strumento manuale.
Viviamo per punti.
*
10 e 25
Nemmeno a tirargli sampietrini
con la rincorsa, fino a quando non bruci la spalla,
si storneranno le lancette, prenderanno a funzionare
alla rovescia, sino a prima dello scoppio,
della deflagrazione.
Ora ci pisciano i cani, si...
di Francesco Accattoli
Dai quattro angoli di quattro piazze di questa terra
un silenzio quadrato
un solido platonico che ora si smussa
nel torpore. E corre ingombrato
dai neon, dalle porporine, dalle teste di plastilina,
dalla vigilia di quest’altro secolo.
Che verrà, e noi saremo ancora barricati
e misteriosi. Poeti sciancati, sgangherati, sgominati
dal più ruvido pentimento: aver lasciato nel silenzio
la più grande delle occasioni.
Balenavano i rossi delle bandiere; le schiere, in fotografia,
battevano le dita in pugno e...